La Valle Maira torna ad essere protagonista della scena culturale cuneese: dopo il successo del “Ponte del Dialogo” ecco un altro ottimo risultato con il Festival “Borghi in dialogo”, idealmente collegato alla kermesse dronerese, ma realizzato dai Comuni di San Damiano Macra, Roccabruna e Cartignano grazie ai fondi PNRR per il progetto “Borghi ritrovati” (bando Attrattività dei borghi storici, linea B). L’organizzazione è stata curata dal Centro Studi Cultura e Territorio e dall’Agenzia di Sviluppo Locale di AFP, in collaborazione con la società Eclectica, che coordina il progetto “Borghi ritrovati”. Ben 14 appuntamenti, dal 19 al 23 novembre, con nomi di primo piano del panorama culturale nazionale e piemontese, ma anche con un’attenzione particolare alla valorizzazione della cultura del territorio. Più di 700 persone hanno seguito gli incontri, in buona parte residenti in valle: era l’obiettivo che gli organizzatori si erano dati, per rigenerare e far dialogare la comunità locale. Molti i giovani, numerosi gli interventi con domande e riflessioni molto interessanti. Alcuni giovani si sono dimostrati interessati a collaborare con l’Agenzia di sviluppo di AFP per le prossime edizioni del festival.
Tra gli appuntamenti più seguiti l’incontro con il biologo Stefano Fenoglio a Cartignano, la presentazione del progetto “Riabitare le Terre Alte” e la tavola rotonda “La montagna raccontata” a San Damiano, con studiosi del calibro di Annibale Salsa, Fredo Valla, Piercarlo Grimaldi, Giovanni Tesio, Secondo Garnero, Vanni Treu, Antonio De Rossi. Ma anche l’incontro con Matteo Righetto a san Damiano e i due riuscitissimi incontri con Franco Arminio e Raffaella Romagnolo (con Paola Bigatto) nella cornice suggestiva e accogliente di Borgata Norat a Roccabruna.
Proprio la scelta di Norat ha colpito e affascinato sia gli ospiti sia il pubblico, che si sono avviati con un certo stupore lungo il sentiero innevato, illuminato dalla fioca luce dei lumini, per arrivare in un cortile meraviglioso, su cui si affaccia il salone che ha ospitato gli incontri. Stufa, luci soffuse, the caldo, merenda, divani e cuscini hanno contribuito a rendere l’atmosfera particolarmente gradevole e a creare un clima di grande affabilità con gli scrittori.
La Pro Loco di San Damiano ha collaborato all’iniziativa organizzando l’apericena del sabato sera e il pranzo della domenica, molto apprezzati dal pubblico. In questa occasione è stata riaperta la bella struttura della “Maison de la Val Mairo”, proprietà del Comune ma chiusa da qualche tempo per mancanza di gestore. I locali ampi e luminosi si sono rivelati molto adatti per ospitare eventi come quelli proposti dal festival. Molto interesse ha suscitato il progetto “Riabitare le Terre Alte”, curato da Agenzia di Sviluppo AFP e Centro Studi Cultura e Territorio con un finanziamento del Comune di Elva (Progetto “Alavetz” finanziato da PNRR) e della Fondazione CRC. Già 30 famiglie hanno manifestato il desiderio di trasferirsi in Valle Maira e sono in corso i soggiorni di prova per valutare la fattibilità.
Fredo Valla ha incantato il pubblico della tavola rotonda sulla montagna raccontata con il suo invito appassionato a guardare al futuro, a dare speranza ai giovani, puntando anche sulla riscoperta del valore della parola, che deve trasmettere valori e contenuti positivi. Franco Arminio, il 20 novembre a Norat, ha accompagnato i presenti alla riscoperta della grazia della fragilità, di chi non si allinea con il pensiero dominante, di chi rivendica la sua visione del mondo, diversa da quella di ogni altro uomo o donna. Proprio questa grazia deve aiutare a rigenerare le piccole comunità, per evitare che siano “comunità pozzanghera” in cui tutto è stagnante, e diventino invece “comunità ruscello”, dinamiche, attive, propositive quindi attrattive per i giovani.
Arminio ha parlato di nuovo “umanesimo della montagna” che può nascere proprio da luoghi come Norat, da eventi socializzanti e arricchenti come “Borghi in dialogo”. Un umanesimo libero dall’ossessione del profitto a tutti i costi, del potere, della continua accelerazione dei ritmi di vita.
Bisogna avere la “passione del futuro”, alimentarsi dell’energia buona che può venire da luoghi come Norat, miracolosamente scampati allo scempio dello sviluppo sregolato e affannoso degli ultimi decenni. Dai giovani presenti, da tutto il pubblico, è arrivata una richiesta agli organizzatori: creare altre occasioni di riflessione, di incontro, di condivisione, per elaborare insieme una nuova visione del futuro della valle Maira. Invito che sarà sicuramente accolto.