CENTALLO - Centallo, i resti di don Gerbaudo riposeranno nella chiesa parrocchiale

Il prelievo dell’urna dal Cimitero avverrà nel tardo pomeriggio di venerdì 25 settembre in forma strettamente privata, poi la traslazione in chiesa

Redazione 23/09/2020 14:01

La Congregazione per le Cause dei Santi ha autorizzato la traslazione dell’urna contenente i resti di don Stefano Gerbaudo e la sua tumulazione nella chiesa parrocchiale di Centallo: la notizia arriva nel 250° anniversario della consacrazione della Parrocchia di San Giovanni Battista. Il prelievo dell’urna dal Cimitero avverrà nel tardo pomeriggio di venerdì 25 settembre (in forma strettamente privata) e subito verrà traslata in chiesa.
 
Alle 21 verrà poi celebrata la Veglia comunitaria che proseguirà ininterrottamente tutta la notte e il giorno seguente: alle 8 di sabato 26 settembre la recitazione delle lodi e la preghiera davanti all’urna proseguirà fino alle 18.30. Alle 20 di sabato 26 settembre verrà benedetto il nuovo sepolcro e l’urna sarà tumulata nella cappella di San Giuseppe. Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo Piero.
 
Entrambi gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta streaming sul canale Youtube della diocesi di Fossano.
 
Chi era don Stefano
Don Stefano nacque a Centallo nel 1909 in una modesta famiglia di campagna: il papà era custode dei canali demaniali (campè) e integrava il modesto stipendio con lavori agricoli. Stefano, quinto di otto fratelli, a 8 anni era già a servizio come garzone di campagna per aiutare la famiglia a sbarcare il lunario. A 14 anni, dopo aver lasciato i libri ormai da 4 anni, entrò in seminario, da subito con il fermo proposito di diventare “sacerdote santo a qualunque costo”. Nel 1935, a 26 anni, venne ordinato sacerdote: qualche mese in Cattedrale a Fossano, poi vice parroco a Villafalletto per 4 anni. A 30 anni nel 1939 gli venne affidato il delicato incarico di direttore spirituale in Seminario e Assistente diocesano della gioventù femminile di AC.
 
Proprio come Assistente diocesano della gioventù femminile, don Stefano diede vita ad una nuova forma di apostolato, svolta da consacrate nel mondo, “le Cenacoline”. A loro chiese un particolare impegno in preghiera e sacrifici per la santità dei sacerdoti e il servizio alla diocesi. Oggi sono le Missionarie diocesane di Gesù Sacerdote, presenti sul territorio nelle diocesi, in Argentina e Brasile.
 
La santità, generare Cristo in se stesso e negli altri è stato il suo programma – si legge nella biografia dell’associazione che porta il suo nome -, perseguito ad ogni costo attraverso la preghiera (le rotule consumate per eccessivo inginocchiamento), la carità (dava tutto ai poveri, tanto che non si trovò neanche una camicia decente per vestire la salma), la misericordiosa (la coda davanti al suo confessionale), l’attenzione agli altri e la rigorosità con se stesso, fino all’offerta della vita a Dio per i suoi seminaristi e per le Cenacoline – circostanza questa confermata anche da Padre Pio”.
 
A soli 41 anni, nel 1950 – ricorre quest’anno il 65° anniversario – morì stroncato da un cancro alla spina dorsale.
 
Oggi è in corso a Roma la causa di beatificazione.

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