CUNEO - Coldiretti Piemonte sulla questione Ucraina: "Con i venti di guerra volano i prezzi del grano e del mais"

L'associazione di categoria teme che il possibile conflitto possa causare carestie e tensioni sociali, oltre a un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali

Il presidente russo Vladimir Putin

Redazione 14/02/2022 15:18

 
Il pericolo crescente per l’invasione russa dell’Ucraina fa volare le quotazioni internazionali di grano per il pane e mais per l’alimentazione animale che fanno registrare rispettivamente un balzo del 4,5% e del 5% in una sola settimana. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sulla chiusura settimanale del mercato future della borsa merci di Chicago che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole che si collocano su valori massimi del decennio.
 
A preoccupare è il fatto che il conflitto possa danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali ed il rischio concreto di carestie e tensioni sociali. L’Ucraina, oltre ad avere una riserva energetica per il gas, ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo). Peraltro l’Ucraina si colloca al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale mentre la Russia al primo ed insieme garantiscono circa 1/3 del commercio mondiale. Una emergenza globale che riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti. Nel 2021 sono arrivati oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia che peraltro ha già annunciato di limitare dal 15 febbraio al 30 giugno prossimo le proprie esportazioni di grano.
 
“Una situazione determinata dalla scomparsa, nell’ultimo decennio, in Italia di un campo di grano su cinque con la perdita di quasi mezzo milione di ettari coltivati perché molte industrie per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni, in modo speculativo, sul mercato mondiale anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti – spiegano il presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo e il delegato confederale Bruno Rivarossa -. Proprio per contrastare questo scenario, in Piemonte abbiamo creato il progetto di filiera, Grano Piemonte, lanciato insieme al Consorzio Agrario del Nord Ovest, tramite il quale sono già stati seminati oltre 6 mila e 500 ettari, per valorizzare proprio l’oro giallo ed ottenere prodotti da forno veramente prepararti con la farina del territorio per rispondere anche alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti. Con la pandemia si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l’alimentazione delle popolazione. Una situazione che sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agricolo nazionale che ha già sperimentato i guasti della volatilità dei listini in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria in alcuni settori ed ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities. In quest’ottica, è fondamentale il Pnrr per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale: siamo pronti per rendere l’agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti, difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento in un momento di grandi tensioni internazionali”.

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