CUNEO - Cuneo è il capoluogo in cui più bambini vanno ai centri estivi rispetto ai residenti under 14

Il dato, contenuto in un articolo della fondazione indipendente Openpolis, è circa cinque volte superiore al numero di Torino ed è sopra alla media nazionale

Micol Maccario 13/07/2025 07:21

L’estate per qualcuno è sinonimo di mare, per altri di vacanza, ma per molti genitori significa capire come organizzare il tempo dei figli durante i mesi di chiusura delle scuole. Secondo i dati di Eurydice, un network dell’Unione europea che studia l’organizzazione dei sistemi scolastici, l’Italia è tra i Paesi con la pausa estiva più lunga, seconda solo alla Bulgaria. E questo per molte famiglie è un problema. Per far fronte alla chiusura delle scuole esistono i centri estivi, che forniscono a bambini e bambine attività costruttive fuori dall’ambito scolastico. Propongono attività culturali e formative, a volte sportive o creative, volte a favorire l’aggregazione e a non perdere tutte le conoscenze e le competenze acquisite a scuola nei mesi precedenti alle vacanze estive. Da un lato, quindi, i centri estivi sono importanti per lo sviluppo dei più piccoli, e dall’altro aiutano i genitori a conciliare il lavoro di cura dei figli con il tempo da dedicare al lavoro retribuito. L’accesso ai centri estivi però non è uguale per tutti: molti centri non sono accessibili a tutte le famiglie perché il prezzo talvolta supera i cento euro a settimana e, al fattore costo, si aggiunge anche la diffusione diseguale sul territorio. Non in tutte le aree d’Italia, infatti, esiste un servizio capillare, come ad esempio avviene a Cuneo dove oltre 50 utenti ogni 100 bambini e ragazzi ha la possibilità di andare ai centri estivi o alle attività pre e post scuola. È il dato più elevato tra i capoluoghi italiani ed è molto superiore alla media nazionale. Secondo una ricerca della fondazione indipendente Openpolis, infatti, nel 2021 “in Italia in media gli utenti dei centri estivi e gli alunni frequentanti attività pre e post scuola sono 9,1 ogni 100 bambini e ragazzi residenti tra i 3 e i 14 anni”. Bisogna considerare che il dato è stato rilevato durante la pandemia, è infatti inferiore rispetto al 2019, cioè all’ultimo anno prima del Covid-19. Ma anche in quel caso il dato, pari a 9,8, rimane ben lontano dal dato di Cuneo (51,6). Il capoluogo cuneese quindi guida la classifica, seguito da Venezia (46,4 ogni 100 bambini), Rieti (32,4), Perugia (28,1), Arezzo (25,8) e Bologna (25,7). Dall’altro lato invece ci sono i capoluoghi del sud: tutti sotto la soglia dei 5 utenti ogni 100 bambini. In generale, gli utenti di centri estivi e servizi pre e post scuola in Piemonte sono il 12,9% del totale degli under 14, un dato in linea con la media del nord-ovest (12,5%), inferiore alla media del nord-est (14,5%), ma molto superiore a quella del centro (6,8%) e del sud (3,5%). Guardando la situazione negli altri capoluoghi piemontesi, nessuno si avvicina al dato di Cuneo. Il secondo è Torino con 10,6 utenti ogni 100 bambini, seguito poi da Verbania (8,7). Al quarto posto Novara (5,9), subito dopo Vercelli (41,) e Asti (3,2). Biella (2,4) e Alessandria (0,7) invece non raggiungono nemmeno il dato di 3 utenti ogni 100 bambini residenti. Per quanto riguarda la provincia Granda, oltre a Cuneo, le altre principali città sono lontane ai 50 utenti ogni 100 bambini. Ad esempio, a Saluzzo il dato si ferma a 15,5 e a Bra scende a 13,8. Peggio ad Alba, dove ci sono 6,9 utenti ogni 100 bambini.

Notizie interessanti:

Vedi altro