Riceviamo e pubbliciamo. Quest’anno, i festeggiamenti per la Madonna di Monserrato a Borgo San Dalmazzo assumono un significato ancora più profondo: ricorre infatti l’80º anniversario della prima processione con la statua lignea che da allora è al centro della devozione borgarina. Era il 9 settembre 1945, poche settimane dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quando la comunità, provata ma piena di speranza, si ritrovò per una solenne processione verso il Santuario di Monserrato. Al centro dell’evento, la nuova statua della Madonna, frutto di un atto di fede, di un voto personale e del talento di Lino Barale, scultore e musicista borgarino. Lino Barale, classe 1889, era un artigiano rinomato per le sue sculture in legno, molte delle quali ancora oggi adornano chiese della zona. Ma era anche un padre preoccupato: nel 1942, nel pieno del conflitto, suo figlio Simone si trovava al fronte, prima in Francia, poi nei Balcani e infine in Russia. In quel contesto drammatico, Barale fece un voto: se il figlio fosse tornato vivo, avrebbe scolpito una nuova statua da donare al Santuario di Monserrato, tanto caro ai borgarini. La statua prese forma lentamente, tra il lavoro quotidiano e le notti di preghiera, realizzata con maestria a partire da un grande blocco di legno scelto con cura presso la segheria Gribaudo. Il figlio Simone, miracolosamente salvo dal fronte russo, riuscì a rientrare in Italia, scampando poi alla cattura dopo l’8 settembre 1943 e unendosi alla Resistenza sulle montagne di Borgo. In quel periodo, Lino Barale aggiunse un secondo voto: che i partigiani potessero tornare alle loro famiglie. Alla vigilia della festa della Natività di Maria, la statua era pronta. Il 9 settembre 1945, la comunità si strinse attorno alla Madonna di Monserrato in una processione che ancora oggi resta viva nella memoria collettiva. A portarla furono proprio i reduci partigiani, con Simone Barale in prima fila. Fu un momento carico di significati: fede, gratitudine, rinascita, dopo gli anni bui della guerra. Da allora, la statua è diventata simbolo non solo religioso, ma anche storico e identitario per Borgo San Dalmazzo. Dopo gli ex partigiani, a continuare la tradizione del trasporto della statua sono stati gli alpini in congedo dell’A.N.A. e i volontari dell’Associazione AIB di Borgo San Dalmazzo. La statua è oggi custodita con attenzione, grazie anche a interventi conservativi promossi dall’Associazione del Santuario, come quello finanziato anni fa da don Luca Bertaina. Anche quest’anno, come da tradizione, la statua verrà portata in processione dal Santuario alla Chiesa parrocchiale di San Dalmazzo e ritorno, testimoniando l’affetto dei fedeli e la memoria di una pagina indelebile della storia borgarina. Ottant’anni dopo, la statua della Madonna di Monserrato non è solo un’opera d’arte, ma un segno concreto di fede, speranza e unità. Ricordarla significa onorare chi l’ha realizzata, chi l’ha portata per la prima volta, e chi ancora oggi continua questa tradizione con lo stesso spirito. Che questa ricorrenza sia un momento per riscoprire le radici della nostra comunità, la forza della devozione popolare e l'importanza della memoria condivisa. Cristian Peirone Ass. Santuario di Monserrato odv