È stato un incontro molto interessante quello che si è svolto presso la Casa del Quartiere Donatello, organizzato da Auser Cuneo e vallate. Relatore è stato Franco Chittolina, vicepresidente dell’associazione Apiceuropa (associazione per l’incontro delle culture europee) ed il tema è stato: “Dove va l’Europa?”. L’appuntamento si è svolto proprio lo stesso giorno in cui si è firmato l’accordo di pace (sarebbe meglio dire di tregua) per il Medioriente, fra Hamas ed Israele. Un accordo “che ha visto, purtroppo, l’Europa completamente assente”. Il dottore Chittolina, che ha alle spalle una lunga esperienza presso la Comunità Europea a Bruxelles, ha diviso l’argomento in tre punti. Il primo ha riguardato lo scenario che ha visto nascere il sogno dell’Europa. Dopo la tragedia della II Guerra mondiale alcuni politici di vari stati europei (Robert Schuman, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Alcide De Gasperi, Paul-Henri Spaak, Joseph Bech e Altiero Spinelli) promossero l’integrazione europea, iniziata con la CECA (Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio). Il secondo ha affrontato il tema di dov’è arrivata attualmente l’integrazione. Franco Chittolina è stato chiaro: “siamo in una palude”. Ritorna il termine “Nazione”, declinato in conflitto con gli altri Stati. L’allargamento della Comunità verso est pone il problema non tanto di colmare il differenziale economico quanto di uniformare l’ordinamento istituzionale ad omogenee impostazioni democratiche. Cosa molto difficile da attuare viste le derive autoritarie di Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia e Slovacchia. Il terzo ed ultimo punto ha riguardato il futuro. Nei prossimi anni sarà la volta del coinvolgimento dei paesi balcanici, zona ad alta conflittualità. Su tale zona sono più o meno palesi le mire di Cina e Russia. Per quanto riguarda, invece, il prossimo inserimento di Norvegia, Islanda e Svizzera non dovrebbero esserci grosse conflittualità visti gli ordinamenti istituzionali. L’accoglimento della candidatura della Turchia, invece, ha creato e crea molti dubbi e polemiche. Un problema che condiziona l’ordinamento, ma soprattutto la capacità propositiva dell’Europa, è il voto all’unanimità previsto dal Trattato di Lisbona del 2009 per alcuni settori specifici. Parecchi sono stati gli interventi dal pubblico, che hanno ricordato il Referendum del 2005 in Francia contro l’Europa, l’influenza islamica che mette in discussione le radici giudaico-cristiane dell’Europa e la difesa comune con un esercito europeo.