CUNEO - Frutta fresca, buone prospettive per il 2023 malgrado le preoccupazioni per l’acqua

La stagione 2022 si è chiusa con produzioni inferiori, dopo un’annata anomala. Mentre la qualità si può definire buona grazie agli sforzi degli agricoltori

10/05/2023 08:31

Il comparto della frutta fresca in Piemonte può contare su numeri importanti, con 8.000 aziende e oltre 18.000 ettari coltivati dei quali 3.000 con il metodo biologico.
 
Ancora più significativo, però, è l’impatto del settore in provincia di Cuneo, che rappresenta il 60% di quello regionale. Concentrato, in particolare, nel Saluzzese. La stagione 2022 si è chiusa con produzioni inferiori dal punto di vista quantitativo, rispetto ai livelli standard di un’annata “normale”. Mentre la qualità si può definire buona. Un traguardo, quest’ultimo, raggiunto grazie all’enorme sforzo economico compiuto dagli agricoltori perché, per mantenerla elevata, hanno dovuto affrontare e tamponare i problemi legati alla siccità, alle alte temperature e ai maggiori costi delle materie prime e dell’energia. Prima di tracciare un bilancio definitivo e completo dello scorso anno, però, bisogna ancora attendere i prezzi definitivi e le liquidazioni ai frutticoltori della maggior parte delle colture. Sulla base di questi fattori, con quali prospettive sta partendo la campagna produttiva 2023 in provincia di Cuneo? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Ribotta: responsabile provinciale della consulenza tecnica in campo di Cia Cuneo.
 
Risponde: “Al di là della crisi dei mercati, sempre presente, c’è preoccupazione per la disponibilità idrica necessaria ad irrigare. Ormai da più di un anno il comparto soffre il problema della mancanza di acqua. In questi giorni ci sono state delle precipitazioni: hanno aiutato, ma le criticità restano. Speriamo, comunque, che le piogge cadute siano di buon auspicio per altre piogge, così da dare un po’ di fiato alle colture e da portare il settore a non essere di nuovo in condizioni di forte sofferenza nel periodo estivo”.
 
Le gelate di inizio aprile?
“Essendo state a macchia di leopardo sul territorio, hanno causato dei danni agli impianti frutticoli coinvolti però non in maniera estesa”.
 
Altre questioni da tenere in considerazione?
“Innanzitutto, che i costi produttivi si mantengano sostenibili. Ma anche che i raccolti non vengano compromessi dalle avversità legate alle fitopatologie e ai parassiti e dai fenomeni climatici estremi”.
 
Al momento cosa si può prevedere per le produzioni?
“Quelle di pere tendenzialmente saranno contenute sia proprio a causa delle gelate, sia per le scarse fioriture. Invece per quanto riguarda le mele e le drupacee, in particolare le pesche e le susine, abbiamo avuto delle fioriture non eccessive, ma in buona quantità. Questo andrà a incidere positivamente sull’aspetto qualitativo, senza richiedere troppo operazioni di diradamento. La stagione è ancora lunga, però le prospettive sembrano buone”.

c.s.

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