Si è conclusa con soddisfazione anche la XXXIV edizione della Festa della Segale, che tradizionalmente si svolge a Sant'Anna di Valdieri durante il terzo fine settimana di agosto e culmina nella giornata di domenica. Un evento che vede collaborare le Aree Protette delle Alpi Marittime e l'Ecomuseo della Segale, l'amministrazione comunale, l'infaticabile Pro Loco di Sant'Anna e Terme di Valdieri, la piccola e vivace comunità di Sant'Anna, gli esercenti della frazione e un buon numero di volontari (AIB, Protezione Civile, Associazione Nazionale Alpini) che non ringrazieremo mai a sufficienza. Quest'anno, a causa del passaggio della gara ciclista della Vuelta nel pomeriggio della domenica, i grandi eventi della Festa sono stati anticipati al sabato: un pubblico di affezionati e di curiosi ha premiato la scelta, partecipando all'escursione sulla via delle borgate, al corso di danze occitane presso il Centro Alpino, ai ben due concerti di musica occitana. Nel pomeriggio, il gruppo Les Randoulines e alla sera la formazione dei Balarù hanno fatto ballare decine e decine di esperti appassionati e di audaci esordienti nell'arena all'inizio del paese. Il culmine della festa è stato, come ogni anno, la tradizionale battitura della segale, che quest'anno ha visto la partecipazione straordinaria delle nuove generazioni: hanno battuto insieme nonni (e nonne!) e nipoti, in un prezioso passaggio di testimone che fa ben sperare per almeno altri settant'anni di feste. I più giovani a volersi cimentare sono stati un bimbo e una bimba di soli quattro anni. Hanno ceduto al fascino della cavaglia, lo strumento di legno che si usa per la battitura, anche il presidente delle Aree Protette, Armando Erbì, il sindaco di Valdieri, Guido Giordana, e l'onorevole Monica Ciaburro, che si sono messi a loro volta alla prova con gli attrezzi della tradizione. Come sempre, la polenta preparata dalla Pro Loco di Sant'Anna e Terme di Valdieri ha ristorato il pubblico all'ora di pranzo, mentre le bibite e lo street food gestiti dall'alimentari-bar I Bateur e dalla Struttura Regina hanno salvato dalla disidratazione e sfamato i ballerino e i pubblico dei concerti. Non è mancato nemmeno quest'anno la degustazione di caffè, pane di segale, burro, miele - un intermezzo goloso cui i veterani della Festa sono ormai affezionati. Un buon numero di bancarelle di prodotti alimentari di alta qualità ha tentato all'acquisto i visitatori alla ricerca di sapori genuini, di pezzi unici di artigianato e di curiosità più o meno vintage. La giornata di domenica è stata dedicata a due iniziative curate dall'Ecomuseo della Segale: due momenti per scoprire antichi sentieri con nuovi occhi... E orecchie! Al mattino, le Guide Parco e musicisti Daniele Dalmasso e Silvia Mattiauda hanno accompagnato gli escursionisti lungo il sentiero "Gabriele Landra", alternando racconti, poesie in lingua d'òc, curiosità naturalistiche e storiche a momenti unici di musica nel bosco: note di armonica, organetto, flauto e cornamusa hanno risuonato all'ombra dei faggi lungo il torrente Gesso. Nel pomeriggio, un'escursione guidata molto speciale ha unito alcuni dei tàit, delle borgate di Sant'Anna, grazie a dei "ciceroni" del tutto eccezionali: a dar voce a piloni votivi, strade ed edifici è stata infatti la comunità di Sant'Anna che ha accompagnato in un viaggio nel passato visitatori occasionali, villeggianti storici di Sant'Anna e semplici curiosi conquistati dal fascino di questo viaggio a tappe nel tempo. A ogni sosta, diventava più grande e intraprendente: alla fine circa cinquanta persone dai quattro ai novant'anni si sono ritrovate per salutarsi sotto la tettoia dell'Ecomuseo. Con lo scorrere dei minuti, il microfono ha preso a passare di mano in mano sempre più veloce e la voglia di condividere ricordi e, perché no, visioni di futuro si è fatta via via più forte. Ogni sosta è stata resa ancora più intima e conviviale dalle degustazioni offerte dalla locanda Balma Meris, dalla Struttura Regina, dall'alimentari-bar I Bateur. Chi ha vissuto l'escursione e la Festa della Segale è tornato a casa con la consapevolezza di aver partecipato a un evento raro perché spontaneo e irripetibile. Con la bella sensazione di essere stato accolto da una comunità che ha voglia di condividere ricordi personali e memorie collettive, che lavora sulle sue radici perché nutrano le foglie per ancora molte primavere.