CUNEO - Guerra in Ucraina: "Caritas al momento non si occupa direttamente di raccolte di materiali"

Il comunicato firmato dal direttore Enrico Manassero: "Promuoviamo una campagna di raccolta fondi"

Enrico Manassero

Redazione 05/03/2022 08:19

Caritas al momento non si occupa direttamente di raccolte di materiali (cibo, farmaci o vestiti) in quanto molto complicato e dispendioso dal punto di vista logistico, economico ed organizzativo”. Lo ha scritto in un comunicato stampa Enrico Manassero, direttore della Caritas diocesana di Cuneo, in relazione alle iniziative intraprese in aiuto delle popolazione colpite dalla guerra in Ucraina. Prosegue il comunicato: “Caritas diocesana promuove invece una campagna di raccolta fondi che verranno poi inoltrati alle Caritas ucraine, polacche e rumene per aiutare al meglio gli aiuti umanitari in loco. Le donazioni possono essere fatte utilizzando l’IBAN di Caritas italiana che si trova sul sito www.caritas.it oppure direttamente sul conto di Fondazione Opere Diocesane Cuneesi - Caritas Cuneo IT 96 N0306910 2001 0000 0075579”.
 
La Caritas diocesana - si legge ancora nella nota - "ha dato piena disponibilità a collaborare alla creazione di una rete di accoglienza per i profughi ucraini che arriveranno sul territorio della Diocesi. Il sistema è in fase di organizzazione e prevede una stretta collaborazione tra Prefettura, Comune di Cuneo, Caritas diocesana e parrocchiali, Croce Rossa Italiana, Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese, Consiglio Centrale San Vincenzo de’ Paoli, Punto Meet e Cooperative Sociali responsabili del sistema di accoglienze del SAI ed ASL-CN1. Il protocollo verrà siglato tra Prefettura e Comune di Cuneo. Quest’ultimo procederà poi a stipulare le dovute convenzioni ed accordi con i diversi enti della rete. Al momento l’organizzazione sta definendo tutte le procedure al fine di garantire un accompagnamento da tutti i punti di vista delle persone accolte. I posti disponibili sono già 30-32 (12 Comunali e 18-20 da parte di Caritas). Nell’organizzazione generale, Caritas si occuperà nello specifico dell’accoglienza negli alloggi, in particolare vitto, alloggio e supporto quotidiano. Sarà compito degli altri soggetti della rete invece garantire il supporto per le pratiche amministrative e legali, il supporto sanitario, l’accompagnamento sociale in caso di presenza di minori o anziani, corsi di base di lingua italiana, eventuale successivo inserimento a scuola dei minori. A breve, probabilmente entro lunedì, verranno date tutte le indicazioni su quali procedure seguire per quanto riguarda le segnalazioni di eventuali arrivi di Ucraini ed il coordinamento delle accoglienze. Al momento gli Ucraini in arrivo avranno solo l’obbligo di presentarsi in Prefettura per l’identificazione attraverso la quale avranno di diritto riconosciuto lo status di rifugiati. Attualmente si conta un cospicuo gruppo di volontari di diverse Parrocchie che si sono dati disponibili a piccoli gruppi per seguire le singole abitazioni ed accogliere i fratelli ucraini".
 
La Caritas diocesana, tramite la segreteria del Settore Carità e Impegno Sociale (0171 605151 - infocaritas@operediocesicuneo.it) raccoglie ulteriori disponibilità di abitazioni e di volontari, da parte di Parrocchie e di privati. Continua Manassero: "Nel caso in cui singoli o nuclei volessero impegnarsi in un’accoglienza in famiglia, al momento possiamo solo raccogliere le disponibilità, ma non è ancora chiaro come potranno svilupparsi tali modalità di accoglienza e se, come Caritas, saremo in grado di gestirle. Si comunica comunque che, la Regione Piemonte ha pubblicato un Avviso Pubblico (https://www.regione.piemonte.it/web/temi/diritti-politiche-sociali/emergenza-umanitariaucraina-avviso-pubblico-per-laccoglienza-dei-profughi) rivolto a chi intende manifestare il proprio interesse e disponibilità a questa forma di accoglienza. La disponibilità di locali parrocchiali deve in ogni caso preventivamente passare tramite la Caritas diocesana che verificherà con gli uffici competenti della Curia il nulla osta dell’Ordinario in merito all’effettivo utilizzo. L’intento è quello di avere non solo le case, ma anche gruppi di cittadini disponibili a coordinarsi per seguire le persone in qualità di volontari. È un segno forte d’impegno per la Pace attraverso il gesto concreto dell’accoglienza”.

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