CUNEO - Il dramma dei desaparecidos raccontato dagli argentini agli studenti del Bonelli

Cecilia Diaz e Oscar Gauna erano bambini quando si instaurò il regime militare a Buenos Aires, ma hanno assistito al dramma delle violenze e delle incarcerazioni

17/05/2022 12:34

Lezione molto interessante martedì 10 maggio al Bonelli di Cuneo, perché a raccontare il dramma della dittatura di Videla in Argentina e la triste sorte dei giovani, degli studenti e degli intellettuali che volevano libertà e diritti, sono stati proprio due argentini (Cecilia Diaz e Oscar Gauna) che hanno vissuto in prima persona quei tristi anni.
 
Oscar e Cecilia erano bambini quando venne instaurato il regime militare a Buenos Aires, ma hanno assistito ugualmente al dramma della dittatura: la casa venne loro perquisita e messa a soqquadro ben due volte dai militari e sempre nel cuore della notte. Uno zio e una zia, giovani studenti universitari a quei tempi, vennero “prelevati” da casa con la tristemente famosa Falcon verde e portati nelle carceri clandestine, dove furono torturati, picchiati, insultati… per cosa? Per aver scritto sui muri “abbasso la dittatura” o “Viva Peron”.
 
Entrambi sono sopravvissuti alle violenze, ma per aver manifestato le proprie idee con l’entusiasmo tipico ed innocente dei giovani hanno trascorso 10 anni in carcere… un grande sacrificio per la democrazia e la libertà. E oggi portano nel cuore e nel fisico il dolore di quei giorni tremendi. Cecilia ha spiegato ai ragazzi della 5 A SIA che è importante che gli studenti sappiano ciò che è successo “perché solo dalla verità nasce la libertà e perché là dove ci sono oscurantismo culturale e censura non si può essere liberi”.
 
“La prima azione che hanno fatto i militari davanti a noi bambini - ha ricordato Cecilia - è stato bruciare i libri nelle piazze perché i libri, la cultura portano all’autonomia dell’uomo e al libero pensiero. Mio papà nascose i nostri libri in un buco nel cortile e ci mise sopra una copertura di cemento perché se lo avessero scoperto sarebbe morto per un’azione simile: ora i nostri testi, la nostra cultura, i nostri sogni sono ancora là, sotto quel pavimento in cemento, pronti a riemergere da un momento all’altro”.
 
I dittatori cercano di tenere il popolo nell’ignoranza perché solo un popolo senza cultura crede senza porsi domande a ciò che gli viene detto: per questo è importante leggere e informarsi senza paraocchi e con spirito critico, una raccomandazione che oggi è più che mai attuale.

c.s.

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