CUNEO - Il Museo Diocesano di Cuneo tra storia della città e nuovi eventi

L'anno scorso 1.271 ingressi nel complesso di San Sebastiano che quest'anno punta ad aumentare il legame con la città con nuove iniziative: da 'La scomoda bellezza' alla mostra fotografica 'ReVelation'

17/02/2020 16:29

Era il 29 settembre 2012 quando il Museo Diocesano di Cuneo aprì le porte al pubblico, dopo una lunga fase di ideazione partita ad inizio secolo. Nel 2020 la struttura di Contrada Mondovì compirà 8 anni, un periodo nel quale tra i muri del complesso di San Sebastiano è stato raccontato un pezzo significativo di storia della città, sopperendo in parte all’antica assenza di un museo che racconti con filo logico-temporale delle vicende che hanno interessato l’altipiano tra il Gesso e la Stura dalla fondazione di Cuneo ai giorni nostri. 
 
La storia del cristianesimo s’interseca fittamente con quella del territorio e la scelta è stata, fin dall’apertura, quella di puntare sull’allestimento di un percorso integrato. “In molti non si aspettano che il museo parli della storia della città, a partire dalla prima sala sotterranea, che era una polveriera - racconta la direttrice del museo, Laura Marino -. La maggior parte delle chiese del Centro Storico di Cuneo aveva le polveri sotto la sacrestia, venivano messe lì nella speranza che i nemici non bombardassero gli edifici religiosi”. Ciò che viene raccontato all’interno del museo parte dall’antica intitolazione medievale a San Giacomo, passa per i pellegrini che percorrevano anche migliaia di chilometri per venerare le reliquie dei santi, fino al culto di San Sebastiano, protettore contro la peste. Poi ancora la Madonna del Carmine, arrivando al passaggio in città di papa Pio VII che, oltre all’interessamento di Barbaroux, sarà decisivo per la costituzione della Diocesi di Cuneo.
 
Il tutto è reso possibile grazie alla disponibilità di quaranta volontari, i quali si alternano per accompagnare i visitatori tra le stanze del museo. “Ognuno di loro mette a disposizione le proprie competenze e capacità - spiega ancora la Marino -. Chi viene a trovarci è soddisfatto perché ,oltre alla visita, ha avuto un’ora di scambio umano”. Da dove arrivano? “Sono tutti pensionati con un passato nel mondo della scuola, ma c’è anche chi arriva dal mondo bancario o impiegatizio”.
 
Nel 2019 sono stati gli ingressi sono stati 1.271, oltre a 380 per le attività didattiche rivolte a scuole, parrocchie e famiglie, ma l’obiettivo è quello di crescere, aumentando con una serie di attività il legame con la città. La novità di quest’anno è che i corsi di aggiornamento per i volontari, quest’anno incentrati sul Barocco, saranno aperti al pubblico: con l’acquisto di un biglietto del museo sarà possibile assistere a due lezioni tenute da docenti universitari. 
 
In programma c’è anche una rassegna, che vede la partecipazione di tutte e tre le componenti della Fondazione Opere Diocesane, oltre al Museo Diocesano, il Cinema Lanteri e la Libreria Stella Maris, si tratta de “La scomoda bellezza”: una serie di appuntamenti tra il 19 febbraio e il 7 marzo per andare “oltre il contemplare”. Si tratta di tre proiezioni cinematografiche dedicate a Bosch, Caravaggio e Picasso, tre concerti e tre laboratori rivolti alle famiglie. 
 
Altro appuntamento primaverile che verrà inaugurato venerdì 6 marzo, organizzato nel contesto di ‘8 marzo e dintorni’, è ‘Re-velation’, una serie fotografica dell’artista genovese Carla Iacono che affronta il delicato tema della manipolazione delle differenze culturali, a partire dalla situazione delle donne musulmane immigrate in Europa. La serie di immagini ha come soggetto la figlia della Iacono in cui il velo, principalmente l’hijab, ma anche veli cattolici, ebraici e foulard dell’Europa dell’Est, è declinato in diversi modi, con richiami alle differenti culture che lo hanno adottato. La mostra Re-velation giungerà a Cuneo del museo Diocesano di Genova, a conferma del collegamento esistente tra musei aderenti ad Amei.

Samuele Mattio

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