DRONERO - Il paesaggio montano e la rigenerazione delle valli

A Dronero nuovi appuntamenti nell’ambito del Festival “Ponte del Dialogo”

d.b. 09/05/2023 08:09

È appena stato pubblicato dall’editore FrancoAngeli un volume molto interessante, che sarà presentato in anteprima per il cuneese al Museo Mallé di Dronero giovedì 11 maggio, alle ore 16.00, nell’ambito del Festival “Ponte del Dialogo”: Il paesaggio montano dalle Alpi cuneesi ai Pirenei: crocevia di culture, popoli e tradizioni. “Un contributo alla creazione, nei popoli che in quel territorio risiedono - spiega la curatrice, Anna Ciotta, docente di Storia dell'Arte contemporanea presso l'Università degli Studi di Torino - di una nuova coscienza territoriale, non più circoscritta alle aree geografiche di rispettiva appartenenza, ma transfrontaliera, e alla formazione di una nuova consapevolezza del paesaggio montano, in particolare di quello che si estende dalle Alpi cuneesi ai Pirenei inteso come network di idee, progetti e iniziative culturali, ambientali e turistiche”.
 
L'iniziativa editoriale si pone come volano per la creazione di una nuova comunità montana delle aree interessate, transfrontaliera per l'appunto, che operi in maniera coordinata affinché il relativo paesaggio montano venga considerato come un bene ambientale e culturale comune, da tutti condiviso, valorizzato e protetto: nella prospettiva della nascita, nella società, di una cultura dello stesso paesaggio fondata su un nuova considerazione della montagna come strumento di coesione tra i popoli confinanti e non già di separazione, come veicolo di idee e iniziative concrete, e non più come barriera, ostacolo e impedimento. Tra i saggi contenuti nel volume segnaliamo quello scritto da Ivana Mulatero, curatrice del Museo Mallé, che interverrà insieme alla professoressa Ciotta nell’incontro di Dronero: Paesaggi ritrovati nelle valli cuneesi, in cui approfondisce il tema dell’esplorazione del territorio nei disegni di Clemente Rovere, Giovanni Vacchetta e Francesco Franco. Molto interessanti anche i contributi di Michela Ferrero, Etnografia, montagna e appartenenza: quando l’abito era una sorta di carta d’identità per chi lo indossava e di Antonio De Rossi: Riattivazione del patrimonio architettonico e pratiche di rigenerazione nelle valli occitane del cuneese. Un tema che si collega idealmente all’atteso incontro con il poeta Franco Arminio, strenuo difensore dei paesi e ammirato interprete della rigenerazione delle aree interne, dal Sud al Nord dell’Italia. Giovedì 11 maggio, alle ore 21, interverrà al Teatro Iris di Dronero, insieme ai figli Livio e Manfredi, in un reading musicale di sicuro interesse. Sarà presentato da Roberto Colombero, presidente di UNCEM Piemonte e da Pierluigi Balbi in rappresentanza dell’associazione Dronero Cult, che si è ispirata ad Arminio per un progetto di rigenerazione urbana di Dronero, “Fabbricare”.
 
Nel pomeriggio di giovedì, nella sala Chegai, alle 16 Maria Silvia Caffari presenterà un libro di grande interesse, un racconto (da dietro le quinte) della cultura e della società italiana dagli anni Quaranta al secondo dopoguerra: Fatti e persone nella mia vita, di Giorgio Buridan (Nerosubianco). Seguirà, alle 17, la presentazione, a cura di Giusy Italiano, dell’ultimo libro di Anonio Ferrero: Il giorno in cui Gesù uccise Babbo Natale e altri racconti (Nerosubianco). Un’altra anteprima proposta dal Festival dronerese, la prima raccolta di racconti di Antonio Ferrero, apprezzato docente di filosofia nei licei, autore di numerosi saggi sull’arte e di alcuni romanzi. I racconti sono molto divertenti, a volte inquietanti e sorprendenti: invitano a osservare la realtà con occhi diversi e suggeriscono che non tutto intorno a noi segue la logica della ragione. Una sorta di catarsi artistica, per l’autore, come spiega nell’introduzione, in cui ha sperimentato su di sé le parole di Aristotele: “contemplando le passioni nell’arte, blocchiamo le nostre passioni, le rendiamo più misurate e le purifichiamo”. Un filo rosso unisce lo stile di Giorgio Buridan e quello di ferrero: è l’ironia, spesso autoironia, lo sguardo lucido, quasi cinico sul mondo. Per il pubblico e per i lettori un’interessante confronto.
 


Anna Ciotta ha pubblicato saggi sulla pittura di paesaggio italiana e spagnola tra il secondo Ottocento e la prima metà del Novecento. Ha curato l'organizzazione scientifica di un convegno internazionale multidisciplinare dal titolo Il paesaggio montano dalle Alpi cuneesi ai Pirenei: crocevia di culture, popoli e tradizioni (2022). I suoi studi si sono ultimamente orientati sulle figure dei pittori Francesco Lojacono, Mariano Fortuny, Joaquín Agrasot e Llüisa Vidal. Ha pubblicato con la casa editrice FrancoAngeli due monografie dal titolo, rispettivamente, La forma della luce. Una lettura della sua opera nel quadro delle esperienze della pittura di paesaggio italiana ed europea del XIX secolo (2019) e La cultura della comunicazione nel piano del Centro Mondiale di Hendrik Ch. Andersen e di Ernest M. Hébrard (2011).

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