CUNEO - In memoria di Lina Ben Mhenni, la tunisina simbolo della rivoluzione del 2011

Un lettore ci scrive per ricordare la figura della blogger. ''Se i giovani sono istruiti non cedono all'estremismo''

Lina Ben Mhenni

Redazione 28/01/2021 14:56

Riceviamo e pubblichiamo lo scritto di un nostro lettore in memoria di Lina Ben Mhenni.
 
Gentile Direttore,
 
desidererei portare all’attenzione dei lettori di Cuneodice che ieri (27 gennaio) è stato il primo anniversario della morte di Lina Ben Mhenni. Lina è il simbolo della “Rivoluzione dei Gelsomini” che lei chiamava “Rivoluzione della Dignità” e è conosciuta in tutto il globo per il suo blog “A Tunisian Girl”.
 
Il suo impegno per libertà di espressione e per i diritti umani le era valsa la candidatura al Nobel per la pace nel 2011. La ragazza soffriva da tempo di lupus, malattia autoimmune, che l’aveva costretta ad un trapianto di rene donatole da sua madre.
 
Lina Ben Mhenni si recò per prima a Sidi Bouzid, dove il venditore ambulante Mohamed Bouazizi si diede fuoco a dicembre del 2010 per protestare contro le condizioni economiche della Tunisia e morì poi il 4 gennaio del 2011. La blogger è stata la prima a raccontare quanto stava accadendo.
 
Ha ricevuto svariati riconoscimenti tra i quali il Premio Roma per la Pace e l’Azione Umanitaria, quello di migliore reporter internazionale del quotidiano El Pais nel 2011, il Premio Seán MacBride per la Pace, il Premio Minerva per l’azione politica, il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo nel 2014.
 
Nel 2012 è stata a Torino in qualità di relatrice alla conferenza “Twiplomacy – la diplomazia ai tempi di Twitter” organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e dalla Città di Torino con la collaborazione de “La Stampa”, conferenza alla quale erano presenti : il Sindaco di Torino Piero Fassino, il Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, Alec Ross, Consulente del Segretario di Stato USA Hillary Clinton, il Presidente della Giunta regionale, Roberto Cota e Mario Calabresi, direttore de “La Stampa”.
 
Era impegnata, tra l’altro, per i diritti dei detenuti e aveva avviato una raccolta di libri per le carceri: per Lina si tratta di un autentico antidoto alla radicalizzazione: “Se i giovani sono istruiti non cedono all’estremismo”.
 
La vita di Lina non era facile: causa della sua battaglia in difesa dei più deboli, viveva sotto scorta in quanto aveva ricevuto minacce di morte. Senza dubbio è una persona che merita di essere ricordata.
 
Rocco Martinello

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