CUNEO - In provincia di Cuneo una rete per la giustizia ambientale e per la cura

La ''risposta solidale e collettiva'' di alcuni cittadini ''alla situazione di grave sofferenza che sta vivendo il Paese''

Redazione 01/03/2021 09:02

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Si è costituita a Cuneo, nel capoluogo e in alcune città della Provincia, la Rete cuneese “Per la giustizia ambientale e per la cura”. La rete viene promossa da un gruppo di singoli cittadine/i, impegnati direttamente in campo sociale e/o politico, i quali intendono promuovere una risposta solidale e collettiva alla situazione di grave sofferenza che il Paese sta vivendo sia sotto il profilo sanitario, a causa della pandemia provocata dal Coronavirus, sia sotto il profilo economico, proponendo una scala di valori e di azioni concrete, cui dovrebbero fare riferimento le organizzazioni politiche e sociali, che in particolare a livello amministrativo locale vogliano dare una risposta all’altezza delle drammatiche sfide che l’attuale crisi ci presenta.
 
Partiamo dall'osservazione che le crescenti disuguaglianze sociali e i cambiamenti climatici in atto hanno inciso profondamente sull'attuale grave situazione sanitaria e hanno determinino anche conseguenze pesanti in termini di differenziali di reddito e di condizione sociale. E ciò riguarda gran parte dei ceti del nostro Paese (precari, lavoratori dipendenti pubblici, privati e pensionati, ma anche ceti medi artigianali e commerciali impoveriti e in gravi difficoltà nell'attuale momento) ad esclusione di alcune categorie privilegiate operanti in particolare nel settore finanziario o proprietari di grandi patrimoni, che soprattutto in questo contesto, dovrebbero essere chiamate a versare un contributo straordinario e obbligatorio.
 
Ambientalismo sociale e riconversione ecologica e circolare dell'economia saranno i valori cui fare riferimento. E gli strumenti, che riteniamo necessari, dovranno essere rivolti a eliminare le forti disuguaglianze con un fisco a maggiore progressività e un sostegno al reddito tendenzialmente universale, un reale impegno per creare occupazione buona e stabile, riducendo l'orario di lavoro, una rigorosa politica di tutela dell'ambiente che prevenga forme di riscaldamento senza rimedio del Pianeta, una politica di difesa del paesaggio che privilegi opere rispettose della bellezza dei territori e della Terra Madre (esempio concreto la galleria di Verduno per l'AT/CN piuttosto che il nastro di asfalto all'aperto proposto dal concessionario), una politica di accoglienza giusta ed efficace, che dia opportunità di vita dignitose ai lavoratori immigrati, così come agli italiani “sommersi” dalla crisi.
 
Questi valori e questi strumenti sono presenti nella nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e richiedono di trovare piena applicazione per la realizzazione di una Società dei Beni Comuni e della Cura per tutte le persone, che rappresentano il nostro Prossimo cui dobbiamo vicinanza e solidarietà.
 
Tanto più questi valori e misure dovranno essere al centro del confronto che si svolgerà in molte città anche della nostra Provincia nel 2022 (Cuneo, Mondovì, Racconigi, Cavallermaggiore e altre).
 
In questo contesto assume particolare valore (per il ruolo stesso della città e per la diffusa sperimentazione di modelli di governance ibrida, intermediata da Fondazioni Bancarie e Ospedaliere) il confronto che si terrà nel Capoluogo di Provincia alla fine dei due mandati dell'attuale Sindaco Federico Borgna a capo di una Giunta che per molti aspetti potrebbe sembrare persino fuorviante definire di centro-sinistra.
 
Una Giunta, che al di là del merito di singole decisioni, ha di fatto escluso l'insieme della cittadinanza dalle decisioni di maggior rilievo. L'Autoreferenzialità ha rappresentato in troppi casi la cifra di questa Amministrazione, che non a caso ha rifiutato (con qualche differenziazione interna) la proposta delle minoranze volte a realizzare forme nuove di democrazia sostanziale come l'adozione di forme di Bilancio realmente partecipato e l'inserimento nello Statuto comunale del Regolamento dei Beni Comuni e la conseguente adozione dei Patti di collaborazione coi cittadini per le gestioni dei Beni e dei Servizi ad accesso collettivo.
 
Questo comportamento abbiamo riscontrato quando si è trattato di decidere su alcune questioni fondamentali quali la scelta della sede dell’Ospedale Unico a Confreria, eseguita senza informare i cittadini e senza tener conto delle proposte alternative di riqualificazione-ampliamento della sede del S.Croce (che noi sosteniamo convintamente), il grande investimento con risorse comunali sul Parcheggio sotterraneo di Piazza Europa, ostinatamente perseguito contro la volontà di molti residenti, la destinazione a grandi fiere dell’Area del Bosco storico di Caserma Montezemolo.
 
In conclusione siamo fermamente convinti che più che mai in un contesto complesso e delicato come l'attuale, nel quale la stessa visione economica, sociale ed etica della destra storica liberale è stata soppiantata da una cultura e una prassi politica di stampo sovranista e xenofobo, non prive di pulsioni autoritarie e di tolleranze esplicite verso i movimenti neofascisti, sia giunto il momento di abbandonare inerzie ingiustificabili e rimettere in campo un ampio processo partecipativo, che porti alla convergenza di tutte le forze individuali e/o collettive che si riconoscono nella lotta per la giustizia sociale, civile ed ambientale a partire dalla Società e dalle Comunità territoriali per rigenerare le Istituzioni.
 
La rete cuneese per la giustizia ambientale e per la cura

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