SAVIGLIANO - La lettera di un disoccupato over 60 ai tempi del Coronavirus: ''Welfare inesistente per chi è nelle mie condizioni''

''Un lavoro legale e non in nero non arriva dalla crisi del 2009 -2011''. La composta sfiducia di un nostro lettore

Lettera 16/04/2020 12:26

Riceviamo e pubblichiamo.
 
Gentile Direttore,
 
le crisi profonde le conosco molto bene, sono figlio di quella del 2009 che ha travolto molti lavoratori specialmente con anzianità non più adatta per la ripartenza. Una crisi che non toccando il benessere di tutti ma solo di qualcuno è passata lasciando dietro lo sconvolgimento di famiglie, molti suicidi e tanta povertà.
 
Una crisi, quella del 2009 -2011, che oltre la disoccupazione ha infierito sulle stesse persone già in difficoltà per l’età anagrafica con l’innalzamento dell’età pensionabile pur sapendo che queste persone ben difficilmente sarebbero riusciti a ritrovare un posto di lavoro.
 
Il Cura Italia in quel momento non è mai entrato in azione per le persone disoccupate e oggi rischia per le stesse di dare il colpo di grazie finale con l’impossibilità di aggrapparsi a nessuna misura messa in campo dal Governo per limitare i danni economici.
 
Chi vi scrive è disoccupato dalla grande recessione globale  del 2009 – 2011 a causa della firma di una mobilità obbligatoria, altro che Cura Italia, e non ha centrato per ben tre volte la finestra pensionistica, la prima quella ufficiale nel 2018 a causa della cura imposta dalla Riforma Fornero, la seconda detta “Quota 100” a causa del requisito anagrafico mancante nonostante avessi 41 anni di contributi, la terza detta “41 precoci” a causa del requisito mancante di avere almeno un anno di contributi versati prima del 19mo anno di età. Mancavano poche settimane. Il welfare inesistente per chi è nelle mie condizioni ha dilapidato economicamente una vita di lavoro.
 
Il lungo periodo di disoccupazione è trascorso alla ricerca di un lavoro legale e non in nero che supportasse l’importanza della contribuzione previdenziale che non è mai arrivato nonostante l’invio di  molte candidature.
 
Queste persone mortificate e attanagliate da anni da una crisi che per loro non è mai finita iscritte ai Cpi da lungo tempo senza un ammortizzatore, senza una pensione mangiano come tutti gli altri ma nessuno li ricorda.
 
Un grazie a tutti i Medici, Infermieri e le Strutture Sanitarie che lavorano giornalmente per estirpare il maledetto contagio insieme a tutti gli operatori addetti al trasporto e vendita alimentari a volte scordati ma in questo momento molto importanti per il nostro benessere.
 
Grazie,
 
Lovera Luciano, Savigliano
 

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