C’era tutta la Valle Gesso, sabato 9 agosto, a tavola per celebrare la patata “Balin dal Re”. L’occasione è stata l’evento promozionale "A cena con i Balin", organizzato dal Consorzio che da anni lavora per custodire e valorizzare questa varietà storica, simbolo di un’agricoltura che resiste e si rinnova in sinergia con le amministrazioni di Valdieri e Roaschia. Nato dall’iniziativa di un gruppo di produttori locali, il Consorzio I Balin dal Re è oggi una realtà consolidata che mette insieme agricoltori, giovani e meno giovani, con un obiettivo chiaro: garantire un prodotto di qualità, tracciabile e rispettoso dell’ambiente. Alla base, un disciplinare rigoroso che regola ogni fase della coltivazione: dalla preparazione del terreno secondo rotazioni precise, alla scelta di concimi naturali, fino a un raccolto attento e non invasivo. La rinascita dei campi Negli ultimi anni il consorzio ha riportato in vita terreni un tempo incolti. Spazi dimenticati che, grazie all’entusiasmo di giovani agricoltori, sono tornati a produrre. Un’operazione che non è solo agricola, ma anche culturale: restituire alla Valle Gesso un pezzo della sua storia e costruire, al tempo stesso, opportunità di lavoro e sviluppo. Una rete che fa la forza La serata di Roaschia è stata il frutto di un lavoro corale. Hanno collaborato le Pro Loco della valle, le amministrazioni comunali di Valdieri e Roaschia, la Camera di Commercio di Cuneo e il Parco Naturale delle Alpi Marittime. Un’alleanza di istituzioni, volontari e cittadini che ha permesso di trasformare una cena in un evento capace di raccontare un territorio intero. Atmosfera da cartolina Il centro del paese si è riempito di profumi e voci. Tavolate lunghe, piatti fumanti, calici alzati e musica hanno accompagnato i commensali fino a tarda sera. Si è mangiato, certo, ma soprattutto si è condiviso: storie di campagna, progetti futuri, il senso di appartenenza a una comunità che crede nel valore del fare insieme. Oltre il piatto “A cena con i Balin” non è stata solo una festa gastronomica. È stata la testimonianza concreta di come un prodotto agricolo, se difeso e raccontato, possa diventare un simbolo identitario. Una serata che ha rafforzato il legame tra chi lavora la terra e chi la abita, lasciando ai presenti la sensazione di aver partecipato a qualcosa di più grande di una semplice cena: un pezzo di futuro della Valle Gesso.