“La montagna attrae. Che piaccia o no. E se non consideriamo questi dati, quelli del Rapporto Montagna Italia, significa non leggere il futuro. Possiamo continuare a lamentarci. A raccontare cosa non va. A dire che si stava meglio quando si stava peggio. Tutte fantasie. Non serve. Se non a scaricare le responsabilità su altri. ‘Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società’ scrive l’articolo 4 della Costituzione. È questo il problema. La colpa deve essere di altri. Oltre le leggi. Oltre la Politica. Che serve, nuova, rinnovata, non retorica, non accondiscendente, non a tagliare nastri”. Così ha concluso Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte, l’incontro al Centro polifunzionale di Marmora e Canosio, presentando il Rapporto Montagne Italia 2025. Numerosi i sindaci presenti con il presidente dell'Unione montana Francesco Cioffi, molti operatori turistici e imprenditori. Al tavolo, il segretario generale della Fondazione Symbola Fabio Renzi, il dirigente di Regione Emilia-Romagna Gabriele Locatelli, il presidente nazionale Uncem Marco Bussone. Il Rapporto non ha dubbi: la montagna attrae, innova, diventa opportunità. 100mila i nuovi ingressi nella montagna italiana tra il 2019 e il 2023, un saldo migratorio positivo per il 12 per mille che in Piemonte diventa 26 per mille. Nel Cuneese i numeri salgono: in Valle Maira +36,5 per mille, mentre in Val Tanaro del 43 per mille. Si guarda alle comunità territoriali, aree omogenee delle Alpi e degli Appennini, sulle quali ricostruire finalmente una base solida istituzionale (“dopo la scellerata e ideologica cancellazione delle Comunità montana, - osserva l’Uncem - tra gli errori politici più gravi degli ultimi vent’anni, scelta dettata da furiosa leggerezza apolitica e dettata dall’ignoranza”). E si guarda anche ai Comuni singoli. Ostana, Melle, Valgrana - ad esempio -, Pontechianale, Oncino, Sampeyre, Prazzo, Stroppo, San Damiano Macra, Celle Macra, e molti altri delle “Terres Monviso” dal 2019 al 2024, aumentano gli abitanti. E così il Cuneese. Con dati migliori dell'Italia montana. Ma è il senso politico del Rapporto ad attirare analisi e riflessioni. A suonare la sveglia a tutti e tutte, Fabio Renzi che con Symbola si aziona sulla “comunità presente”, “che ha un nuovo sguardo sul territorio”, ha detto. Uncem sarà con Renzi ed Ermete Realacci a novembre a Treaia per il Festival della Soft Economy, dove protagonisti saranno i Comuni insieme, la montagna che innova, le comunità dei piccoli Comuni che da soli non vanno lontani, che sono “piccoli e non belli, se non imparano a lavorare insieme”, le Green Community che rispondono, afferma Renzi, alle crisi climatica e demografica. Ci sarà tanto Cuneese, con sindaci e amministratori anche a Santa Sofia, a ottobre, per l'evento "Oltre Terra" che Locatelli organizza con Slow Food, Legambiente, Uncem, Romagna Acque, le Unioni e i Parchi. Quelli moderni ed evoluti. Pronti alle sfide del futuro. “Come lo è la Val Maria. - aggiunge Bussone - Se litiga meno, come tutte le valli montane, che sono troppo litigiose, su banalità. Se la Valle Maira fa squadra con le cinque Unioni montane di Terres Monviso, decisivo, se vede congiuntamente gli oltre 50 milioni di euro che ha ottenuto in diversi progetti, dalla Strategia Aree interne alla grande-Elva borgo dei borghi, importantissima, agli altri borghi del PNRR, alle misure del Piano di Ripresa e Resilienza oltre ai tantissimi fondi regionali. Leggerli per campanile significa bloccarsi. Il turismo qui porta 100mila presenze l’anno, otto auto su dieci arrivano in valle dall’estero. La Val Maira è un modello nazionale di intervento. Ma servono coesione, sinergie e stima tra i sindaci, imprenditori, associazioni. Crescano fiducia e speranza. Basta incomprensioni, futili errori e battaglie sulle espressioni e sui nomi da inserire qui o li. La Politica agevoli un cambiamento, e qui Marco Gallo, assessore regionale, ci sta lavorando, per mettere insieme, unire, generare coesione. L’Unione montana guidata da Cioffi unisca uffici e blocchi tutte quelle società private che troppo lavorano sulla debolezza dei Comuni, sul personale che non c'è. La frammentazione giova ad alcuni, non a noi, non alla democrazia, non agli enti. Scegliamo democrazia, comunità vive, sinergie. La Val Maira scelga il futuro di una valle che cresce e che fa bene. Ricostruire sinergie è determinante. Oltre ogni frammentazione. Cinque Valli, Terres Monviso, Cuneo e Saluzzo che guidano percorsi metromontani, con Mondovì e una Provincia di Cuneo che fa da pivot con tutti. Una bella regola, una dimensione di sguardi che lasciano perdere fragilità e questioni del passato. Gli scontri sono troppo spesso sui caratteri personali, sulle appartenenze partitiche. La montagna è anche fatta così. Superiamoli in nome del rafforzamento politico e istituzionale, per contare di più. Altrimenti, su idrolettrico, boschi, energie, saranno altri a contare. E non la montagna dei Comuni e delle comunità”. “In fondo il Rapporto ci aiuta a capire chi sono e come cambiano le comunità. - aggiunge Roberto Colombero - Quale sia oggi la comunità abitante, come legge il futuro, come evita le solitudini, grave emergenza per sindaci e Comuni. Andiamo oltre le frammentazioni. Siamo forti insieme. Dimentichiamo caratteri e screzi, leggerezze del passato. Non un ‘volemose bene’, bensì la necessità di essere democrazia vera, enti solidi con Comuni insieme. Abbiamo mille anni di storia come Valle Maira, di autonomia nella solidarietà piena. Risvegliamola con impegno, fiducia, dimensioni d'animo volte all'unità, al costruire su quello che unisce piuttosto che esaltare e guardare sempre a quello che divide. È in gioco il futuro della montagna. Crediamoci”.