CERVASCA - L’eremo di Pratogaudino è in vendita, ma aspetta il compratore giusto

Michael Willemsen, unico abitante della borgata cervaschese, lascia dopo otto anni: “Troppe spese, le istituzioni parlano di terre alte ma non c’è sostegno”

Redazione 19/11/2025 07:31

Vendesi borgata, astenersi perditempo. Pratogaudino, o Pragudin, rischia di tornare a breve nel mesto novero dei paesi fantasma delle nostre vallate. La storia dell’“eremo” e del suo unico residente, l’archeologo di origine belga Michael Willemsen, l’avevamo raccontata alcuni anni fa su queste colonne. Si tratta di una borgata a circa mille metri d’altitudine nel territorio di Cervasca, al confine con i comuni di Vignolo e Roccasparvera. Un luogo con una storia antica, come molti oggi abbandonati, la cui prima attestazione risale all’anno 1263. A fine Ottocento vi aprì una scuola, ancora negli anni Trenta vi risiedevano, sparse tra vari “tetti”, circa 220 persone. Poi le due guerre e il boom economico che hanno portato allo spopolamento tra gli anni ’60 e ’70, fino alla completa desertificazione. Nel 2017 Willemsen vi si è trasferito dando nuova vita al borgo e inaugurando anche una pagina Instagram, Storiedapragudin, che propone riflessioni sulle “terre alte” e non solo a più di diecimila followers. Ma ora l’eremita è pronto a levare le tende e lo annuncia proprio a mezzo social: “Scrivo questo post con un nodo in gola. Dopo quasi dieci anni qui, ho deciso di mettere in vendita l'eremo. Non pensavo che sarebbe arrivato davvero questo momento. È la scelta più difficile che abbia affrontato da quando vivo qui, in questa borgata dimenticata dove sono l’unico abitante. Non vendo per capriccio, né per cambiare vita: vendo perché non riesco più a sostenere tutto questo da solo. Sono stanco. Le spese sono troppe, le manutenzioni da realizzare sempre tante dopo ogni inverno. Le istituzioni parlano di ‘valorizzazione’ delle terre alte, ma chi abita davvero qui non riceve alcun sostegno. Anzi: chi resta viene ignorato, o peggio ancora, ostacolato”. L’annuncio, per questo, è anche un preciso atto d’accusa: “La montagna perde voce, memoria, presenza umana. Le borgate vengono abbandonate per un motivo preciso: non perché la vita qui è oggettivamente più difficile, ma perché esiste un consenso politico tacito che spinge gli ultimi residenti a valle. Il montanaro diventa quasi un intralcio, un portatore di diritti e bisogni da gestire. Si penalizza chi si oppone a questa desertificazione. E così, negli anni, invece di vivere, ho iniziato piuttosto a resistere”. “Ma non venderò a chiunque” mette in chiaro Willemsen: “Nell’atto è prevista una clausola: il nuovo proprietario dovrà iscriversi come residente e vivere stabilmente qui. Se l’eremo venisse usato solo come casa di vacanza, è prevista una penale. È il mio modo - forse ingenuo - di evitare che l'eremo che ho creato diventi l’ennesima seconda casa chiusa nove mesi l’anno. È il mio tentativo di lasciare almeno una scintilla di continuità dopo la mia partenza”. Nessuna fretta di andarsene, insomma, se c’è la possibilità di salvare un progetto di vita: “Se conoscete un eremita - uomo o donna - a cui potrei passare il testimone in piena fiducia, condividete l'annuncio. Se trovo la persona adatta per continuare questo progetto, anche il prezzo di vendita diventerà trattabile”. Chi ci stesse facendo un pensiero, nel frattempo, può consultare l’annuncio.

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