CUNEO - Lo scorso inverno in Piemonte deficit di neve del 50 per cento rispetto alla media

Arpa ha presentato ieri mattina il rendiconto nivometrico relativo all'inverno 2021-2022: sui settori nord-occidentali punte di -70/-80 per cento

Redazione 24/11/2022 09:38

Si è svolto ieri mattina l'evento per presentare il rendiconto nivometrico di Piemonte e Valle d'Aosta 2021-2022. Sono intervenuti per testimoniare l'importanza dei dati della neve, ghiacciai e acqua il vicepresidente della Regione Piemonte e Assessore alla Montagna Fabio Carosso, l'Assessore all'Ambiente della Regione Piemonte Matteo Marnati, l'Assessore alla Protezione Civile della Regione Piemonte Marco Gabusi e il Comandante della Regione Carabinieri Forestali "Piemonte" Gen. Benito Castiglia.
 
La stagione invernale 2021-2022 è stata particolare per la scarsità di precipitazioni nevose, soprattutto alle quote medio e basse. In generale il deficit da novembre a maggio è stato di circa il 50%, con punte di -70/-80% sui settori nord occidentali piemontesi e tra il -30% e il 50% sul restante arco alpino. Anche gli spessori di neve al suolo hanno raggiunto in più casi valori minimi storici sulla serie di 20-30 anni con una fusione anticipata della neve al suolo anche alle quote più elevate variabile tra uno e due mesi.
 
Ovviamente tutto ciò ha avuto influenze negative sulla risorsa idrica nivale facendo registrare volumi di acqua potenziale stoccata nella copertura nevosa prossimi ai minimi storici per la maggior parte della stagione invernale e primaverile dove invece solitamente la disponibilità è rilevante per sostenere poi le portate dei corsi d’acqua tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate.
 
Queste condizioni sono conseguenza di un’alta pressione eccezionalmente prolungata su buona parte dell’Europa centro-occidentale con tempo stabile e soleggiato, temperature superiori alla media e precipitazioni eccezionalmente rare. L'inverno 2021-2022 si è così classificato al primo posto per la combinazione di siccità e temperature elevate rispetto agli ultimi 60 anni.
 
Di conseguenza anche l'attività valanghiva spontanea significativa è stata piuttosto ridotta e molto contenuta. Gli unici eventi degni di rilievo si registrano ad inizio stagione nei mesi di novembre e dicembre in concomitanza delle uniche nevicate degne di nota della stagione. Questi eventi, tuttavia, non hanno creato problematiche alle infrastrutture e alle aree antropizzate.
 
Le condizioni di scarso innevamento associate alla fusione precoce del manto nevoso hanno contribuito a mantenere ridotto il numero di incidenti in valanga. Sull’arco alpino piemontese e valdostano sono stati registrati 9 incidenti: 6 in Piemonte con 6 persone illese, 4 ferite e 1 deceduta; 3 in Valle d’Aosta con 2 feriti e 2 morti. La maggior parte degli incidenti piemontesi è stata registrata sui settori meridionali (3 casi), seguita dai settori occidentali (2 casi) e settentrionali (1 caso) mentre sulle montagne valdostane 2 sono avvenuti sulla dorsale alpina e 1 sul settore sud-orientale.
 
La totalità degli incidenti si è verificata ad inizio stagione, nei mesi di novembre e dicembre, e ad aprile. Sulle Alpi piemontesi tutti gli incidenti hanno coinvolto scialpinisti mentre in Valle d’Aosta sono stati coinvolti sciatori fuori pista e alpinisti. La maggior parte degli incidenti in valanga sono avvenuti con grado di pericolo 2-Moderato e su pendii molto ripidi esposti a nord. Il problema valanghivo più ricorrente è riconducibile alla neve ventata, con 7 casi su 9.

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