CUNEO - Ocm Vino, Igor Varrone: “Confidiamo nella svolta sui nuovi bandi”

Il direttore provinciale di Cia Cuneo: “Ci auguriamo che i produttori possano avere accesso alle risorse per la promozione sui mercati dei Paesi Terzi”

26/05/2025 10:21

Prendiamo atto con favore e interesse del percorso intrapreso dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste per risolvere le complessità di fondo del bando Ocm Vino, augurandoci che la misura 2025-2026 possa segnare una svolta, permettendo alla maggioranza dei produttori e non soltanto all’agroindustria, come di fatto sta avvenendo, di avere accesso alle risorse per la promozione dei vini italiani sui mercati dei Paesi Terzi”, così il direttore provinciale di Cia Cuneo Igor Varrone, plaude, con riserva, al confronto con le associazioni di rappresentanza del settore e all’attenzione dimostrati dal Ministero nel rispondere alle esigenze espresse dalle aziende agricole, a supporto della competitività internazionale del vino italiano.
 
L’esperienza ci insegna che i risultati del nuovo Ocm Vino si potranno misurare esclusivamente sul campo, a fine operazione, perché le criticità su questo fronte sono tali e tante da non lasciare spazio a facili entusiasmi. Il problema non riguarda solo la scrittura delle regole, ma l’intero sistema di messa a terra dei bandi di promozione. Intanto, perché in Italia, a tutti i livelli, si avverte un atteggiamento di pregiudizio nei confronti delle iniziative all’estero, quasi si trattasse di finanziare le vacanze ai viticoltori, contrariamente a come, proprio all’estero, queste stesse operazioni vengono considerate e apprezzate per ciò che rappresentano, ovvero una straordinaria affermazione dell’immagine del Made in Italy nel mondo. Dopo di che, subentra la burocrazia e allora sono guai seri”, continua Varrone.
 
In particolare, il direttore provinciale di Cia Cuneo punta il dito contro le procedure e i metodi di controllo riguardanti l’assegnazione dei fondi ai vitivinicoltori. “Anche dopo essersi viste accolte le domande, pagate e rendicontate le spese, non si può mai stare tranquilli. Agea e Agenzia delle Entrate hanno spesso interpretazioni diverse sull’utilizzo delle risorse, che molti Consorzi sono stati costretti a restituire anche cinque anni dopo averle ottenute e spese. Per questo, sempre più imprenditori agricoli rinunciano a partecipare ai bandi. Troppe complicazioni, troppe arbitrarietà interpretative, troppi rischi di dover ridare indietro i soldi. Il risultato è che solo le grandi industrie del vino, ormai, riescono a promuoversi in televisione e agli eventi internazionali, mentre i piccoli e medi produttori rimangono a guardare”, testimonia Varrone.

c.s.

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