CUNEO - Ora i cuneesi possono collegare le telecamere private alla rete della Polizia Municipale

La Giunta ha definito le modalità di adesione. Le videocamere potranno essere puntate solo su area pubblica. L'assessore Giraudo: "Contributo alla sicurezza del territorio"

Redazione 21/05/2021 13:59

Lo scorso 29 aprile la Giunta ha definito le modalità di adesione dei privati al progetto di videosorveglianza partecipata, vale a dire la partecipazione volontaria di soggetti idonei disponibili a mettere a disposizione infrastrutture e telecamere da collegare al sistema comunale gestito dalla Polizia locale. Il progetto prevede che le telecamere degli interessati siano puntate solo su area pubblica. Inoltre, le telecamere ed i sistemi impiegati dovranno rispondere alle caratteristiche previste dalle “specifiche tecniche degli impianti di vidosorvaglianza partecipata” approvate dalla Giunta.
 
Le immagini riprese verranno trasmesse in diretta alla Centrale Operativa e di Videosorveglianza collocata presso il Comando Polizia Locale tramite diverse tipologie di infrastrutture di rete, con trasmissione di tipo digitale e cifratura dei dati, dedicate esclusivamente al servizio. Le immagini riprese e registrate potranno essere consultate solo dalle forze dell'ordine e dal personale autorizzato.
 
Per presentare la propria proposta, i richiedenti dovranno disporre di un collegamento internet adeguato, garantire l’alimentazione elettrica e provvedere alla fornitura ed all'installazione degli apparati. Il comune fornirà i dispositivi di collegamento al proprio sistema di videosorveglianza e ospiterà le immagini.
Il richiedente dovrà presentare prima una sommaria proposta di installazione, indicando l’area da sorvegliare; successivamente, avuto il benestare a procedere, potrà presentare una richiesta dettagliata.
 
Una apposita commissione tecnica comunale valuterà le richieste di installazione, tenendo conto della presenza di un interesse legittimo da parte del richiedente,    della necessità e proporzionalità dei trattamenti in relazione alle finalità, dell'assenza di rischi per i diritti e le libertà di tutti gli interessati al trattamento, delle caratteristiche dell’area da sottoporre a controllo, privilegiando le aree più esposte a fenomeni di vandalismo, danneggiamenti e microcriminalità, delle caratteristiche tecniche dell'impianto proposto, che dovrà essere realizzato in conformità alle specifiche tecniche stabilite e della presenza delle misure previste per affrontare i rischi.
 
L'installazione sarà subordinata alla stipula di una convenzione tra il richiedente e l'Amministrazione comunale.
 
Nei mesi scorsi il Consiglio comunale ha approvato il nuovo regolamento per la videosorveglianza, introducendo alcune novità rispetto alle modalità precedentemente attuate per il controllo del territorio comunale e andando a disciplinare in modo dettagliato un’attività di controllo che il Comune ha attivato in città già da alcuni anni, attraverso il posizionamento di oltre 300 telecamere, alle quali se ne stanno aggiungendo altre nelle aree più critiche.
 
"Un ulteriore, innovativo e importante passo verso una smart city condivisa- dichiara l’Assessore alle Smart city e all’Innovazione nei servizi Domenico Giraudo -. La sorveglianza partecipata nasce dalla condivisione dei principi di sicurezza urbana tra Comuni e soggetti privati, i quali possono partecipare sinergicamente all'installazione, alla gestione e alla manutenzione degli impianti di videosorveglianza, contribuendo così alla sicurezza del territorio. Tutto questo lasciando all’uso esclusivo delle forze dell'ordine le immagini, accessibili solo dopo una formale segnalazione di reato e gestite in piena sicurezza, come prevede la legge".

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