VALDIERI - Per i ragazzi di una scuola genovese una gita virtuale in valle Gesso

L'innovativa esperienza promossa dal Parco Alpi Marittime per una classe della scuola media 'Alice Noli' di Campomorone

Pernottamento in tenda nel Parco | M. Lucotti

13/05/2020 11:15

È successo a fine aprile, in piena emergenza Covid. Una classe davvero speciale, la Settima Classe delle Montagne della Scuola Secondaria di primo grado “Alice Noli” di Campomorone, nell'entroterra genovese, ha fatto una gita in valle Gesso. Una gita virtuale, la prima sperimentata dal Parco Alpi Marittime in questo momento così lontano dalla normalità. Un viaggio ricalibrato attraverso materiali educativi studiati ad hoc da Alessandro e Katia, i referenti del servizio didattico dell'ente, pronti a sfidare anche questa difficile prova che ci obbliga a rimanere a casa e a lavorare con tecnologie nuove e tutte da scoprire. Il canale canale YouTube del Parco è venuto in aiuto più che in altre occasioni: ogni alunno ha visionato da casa i video selezionati e nel pomeriggio del 28 aprile hanno potuto fare domande sul tema più intrigante, fulcro della loro gita, il lupo.
 
Avrebbero dovuto rimanere due giorni in valle Gesso: il viaggio in autobus, la visita al Centro “Uomini e lupi”, il laboratorio e il pernottamento nel Rifugio Valasco. Ma hanno fatto ben di più: davvero i loro genitori per due giorni non li hanno visti.
 
Il viaggio in autobus è stata l’occasione per conoscere meglio la loro regione e la nostra, con l’aiuto dell’insegnante di geografia. Anche il contenuto dello zaino è stato controllato dagli esperti del Club Alpino Italiano con esito positivo. Per due giorni i ragazzi sono stati chiusi nella loro cameretta, alcuni hanno montato la tenda e di notte, nel sacco a pelo, hanno ascoltato racconti sui lupi con la torcia accesa. Un’esperienza, dicono, che non dimenticheranno tanto in fretta, perché, dice una studentessa “pur essendo comoda in casa, seduta nella mia cameretta, avevo proprio la sensazione di essere là, a vedere i lupi e a passeggiare in montagna. Ora che sono tornata a casa, anche se fisicamente c’ero già, mi è venuta ancora più voglia di andare in questi posti appena si potrà!”.
 
Un’esperienza che ha lasciato tutti più ricchi e ha generato in ciascuno il sogno di una libertà nuova, fatta di natura e di montagna: una sorta di ecologia del desiderio, da assecondare e da sperimentare proprio in questo periodo così difficile.

c.s.

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