Un Roumiage di contrasti quello appena concluso nelle valli tra Piemonte e Provenza. Un bianco e nero mediato tra cieli tersi e temporali improvvisi, ma che hanno permesso alla buona volontà di centinaia di camminatori e migliaia di partecipanti da Italia, Francia, Svizzera, Germania, Spagna, di frequentare le decine di appuntamenti, prodotti sotto il tema “De paire en fi – Di padre in figlio”. Confronto coinvolgente che ha contribuito ad animare in particolare la tavola rotonda di sabato 23 ed ha avuto come attori la gente del territorio transfrontaliero e le loro storie di vita, dalla valle d’Aosta alla valle Tanaro. Una umanità che per la sopravvivenza delle montagne vive continuamente la necessità di trasmissione, quale elemento focale di continuità di comunità e vita sulle Alpi. Come ad ogni edizione, sin dal 1961, sono stati la musica e i momenti conviviali a marcare le tre giornate di chiusura a Coumboscuro. In particolare la Nuech dal Fueiassier, ha fatto ballare giovani e appassionati sino all’alba attorno al fuoco, come il concerto attesissimo di Alberto Bertoli e Eugenio Finardi ha affascinato per disponibilità umana e qualità artistica. Momenti eclatanti per grandi platee, sì, ma anche declinazioni vissute in intimà che da sempre caratterizzano l’evento di Coumboscuro, come l’incontro avvenuto all’interno della piccola aula della “Escolo”, che sulle confidenze di affetto verso Fabrizio De André (che proprio in quella scuoletta aveva trascorsi momenti di condivisione con il poeta Sergio Arneodo) Eugenio Finardi ha intonato “Creuza de ma” sulla ritmica della chitarra di Alberto Bertoli le note di fisarmonica di davi Arneodo e la voce fresca del giovane cantautore patoisant Ludovico Sanmartino.