CUNEO - Piène-Haute

Un antico borgo sperduto nella Valle Roya

Luciano Giordano 13/07/2017 12:27

Piène-Haute è un affascinante borgo ligure-provenzale in cui si parlava, fino a pochi anni fa, un dialetto dalla cadenza particolare. Poco si sa di Piène-Haute, piccola frazione di Breil. Un borgo sperduto su un’altura di 400 metri al di sopra della strada, sulla destra orografica della Valle Roya, appena dopo Breil. Per raggiungerlo in auto dobbiamo passare da Olivetta percorrendo una rotabile asfaltata fino a Piène-Haute (610 m.) oppure dal Col de Brouis, su una pista sterrata. Questo borgo fino al 1947 apparteneva all’Italia, come quello di Libre, le cui case compaiono sul versante opposto del Roya. Il nome originario del paese era “Penna”, (per la sua posizione molto elevata) modificato in Piena nel 1862. Fino al 1889 (durante il regno d’Italia) era il capoluogo dell’attuale comune di Olivetta; va ricordato che in passato la strada non correva lungo il fiume, bensì sulle alture e Piène-Haute era un punto di passaggio obbligato, anche se ora questo fatto può apparire strano. La costiera francese e la Valle Roya rappresentano una bella ed interessante opportunità di gite soprattutto nel periodo invernale, primaverile e autunnale. Una delle tante e belle escursioni in valle Roya è rappresentata dal percorso da Breil a Piène-Haute. Si parte appena fuori dell’abitato di Breil, sulla destra orografica, subito dopo il ponte sul torrente Roya, dove una palina n. 2 (290 m.) indica l’inizio del sentiero GR 510 (grande randonèe). Salendo a mezzacosta quasi parallelamente alla statale, alla palina 118 teniamo la destra; costeggiando la valle arriviamo alla palina 117 e dopo poco raggiungiamo il costone e continuiamo fino alla località Viravourgio, piegando a sud; abbiamo già sotto i nostri occhi Piène-Haute, attraversando la località Mattegna, camminando su una bella strerrata che ci porta alla palina 116, sul bivio della sterrata che arriva dal Col de Brouis. Possiamo notare alcune cassette postali affisse a paletti di legno che servono per agevolare il lavoro del postino nella consegna della posta alle case più sperdute. A questo punto ci immettiamo sulla rotabile asfaltata che arriva da Olivetta. Ci troviamo ormai alle porte del paesino di Piène-Haute (610 m.); oltrepassiamo la piazzetta utilizzata come parcheggio per auto e giungiamo quindi all’ingresso del villaggio, dove si coglie tutta la sua struttura architettonica: un gruppo di case allineate su un costone roccioso attorno ad una stradina centrale. La strada va percorsa lentamente per gustare i colori, gli odori, i dialetti (francese, italiano, ligure), che gli abitanti usano per comunicare tra di loro e con i forestieri, gli scorci improvvisi sulla valle e gli strapiombi, e quell’atmosfera “vecchia Liguria” che si continua a respirare. Ecco d’improvviso la chiesa di San Marco, con la sua deliziosa piazzetta, costruita in stile barocco su un precedente fabbricato del 1422, che richiama lo stile di alcune chiese del ponente ligure, opere dei maestri costruttori Marvaldi di Candeasco. Vi si accede con doppia scalinata culminante su un portichetto; l’aula è di piccole dimensioni e riporta ancora scritte devozionali in italiano. Nell’abside una statua di San Marco e il leone, con ai lati i Santi Pietro e Paolo. Molto interessante a sinistra il quadro raffigurante le Anime Purganti con la Vergine e quattro Santi, circondato da riquadri raffiguranti, tra l’altro, fedeli in preghiera, interessanti per i costumi che indossano. A destra la tavola di Nostra Signora del Rosario, con i Santi Domenico e Caterina da Siena, circondata dalla raffigurazione dei misteri del Rosario. Al lato sinistro della chiesa si accede al castello tramite uno stretto passaggio scavato nello sperone roccioso a strapiombo sulla valle. Situato su una rocca naturale in posizione imprendibile, domina le valli Roya e Bevera, il castello divenne sin dal secolo XI uno dei punti strategici di controllo delle strade e della diffesa della città di Ventimiglia, i suoi Conti, sino dal Mille, dominavano sul territorio tra il colle di Tenda e il mare, comprese la val Nervia e l’alta valle del Vèsubie. Dal 1222, dopo le strenue lotte tra la Repubblica di Genova e il comune di Ventimiglia, La Penna seguì le sorti e finì alla Repubblica di Genova e divenne punto di controllo della frontiera ligure-savoiarda. Numerosi sono stati nel corso dei secoli i tentativi di conquistare il castello ma, grazie alla sua posizione particolarmente strategica, questi sono stati quasi sempre respinti.
Il monumento, attualmente è di proprietà privata (per eventuali visite occorre rivolgersi al ristorante “Du Chàteau”) , è costituito dai resti delle mura di cinta esterna e da quelli della rocca vera e propria, comprendenti una torre quadrata, una scala con soffitto a volta e due cisterne per l’acqua. Resta comunque un esempio straordinario di architettura militare medioevale. Per il ritorno torniamo al centro del paesino, sulla destra, scendiamo alcuni gradini (palina 113) e troviamo il sentiero di ritorno che ci conduce alla palina 439 che ci indica la deviazione per Piène-Basse. Proseguiamo per Breil a mezzacosta, fino alla palina 118, dove incrociamo il sentiero GR 510 già percorso al mattino, che conclude la nostra escursione. Si tratta di un bel giro ad anello non impegnativo caratterizzato da un notevole paesaggio collinare, compreso dai 280 metri della quota di partenza ai 660 della massima quota, con un dislivello totale in salita di 650 metri; il tempo impiegato è di circa due ore e mezza e due al ritorno. L’estensione totale del percorso è di 18 chilometri e mezzo (12 da Breil a Piena e 6,5 per il ritorno). È consigliato il periodo tardo autunno e primavera e inverno.

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