CUNEO - Pietro Grasso al Toselli per ricordare Falcone: "Su di lui non deve calare l'oblio"

L'ex magistrato e presidente del Senato ha presentato il suo libro "Il mio amico Giovanni" nell'ambito degli incontri organizzati per Scrittorincittà

a.d. 18/11/2022 09:01

Teatro Toselli gremito, nella serata di ieri, giovedì 17 novembre, per l’incontro con Pietro Grasso. Intervistato da Livio Partiti nell'ambito degli appuntamenti per "Scrittorincittà", l’ex magistrato e presidente del Senato ha presentato il suo libro “Il mio amico Giovanni”, scritto a quattro mani con Alessio Pasquini, pubblicato da Feltrinelli e dedicato alla figura di Giovanni Falcone nel trentennale della strage di Capaci.
 
Al Toselli Grasso ha ripercorso i suoi ricordi degli anni di lavoro al fianco di Falcone e Borsellino nel pool antimafia: “Ho scritto questo libro per evitare che l’oblio calasse su di loro, per ricordarne soprattutto il lato umano, probabilmente quello meno conosciuto. Tutti sanno che erano professionisti eccezionali, ma ci tengo a far sapere che erano anche uomini straordinari”. I racconti si sono concentrati in particolare sulla figura di Giovanni Falcone: “Forse all’esterno appariva poco empatico, ma era una ‘corazza’ che si imponeva perchè sapeva che nella Sicilia di quegli anni non poteva fidarsi di nessuno. In realtà era una persona molto diversa da come appariva: allegra, scherzosa, con una forma di senso dell’umorismo molto particolare”.
 
Grasso ha poi “pescato” tra i suoi ricordi alcuni aneddoti di quegli anni, dalla vita sotto scorta al lavoro per preparare il Maxiprocesso (“Il lavoro di Falcone e Borsellino fu eccezionale, ma senza le rivelazioni di Buscetta sarebbe stato difficile dare una svolta alle indagini contro la mafia”), passando per le pressioni ricevute e per le minacce alla famiglia. 
 
Poi uno sguardo a quello che la mafia è oggi: “Una volta la mafia era molto più visibile, lasciava i morti per le strade. Oggi non è più così, ma non dobbiamo pensare che non esista più. Falcone diceva spesso, sarcasticamente, che sarebbe servito un ‘omicidio eccellente’ ogni anno per tenere alta l’attenzione sulla mafia: io dico che non dobbiamo averne bisogno, dobbiamo tenere alta l’attenzione sempre”.

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