CUNEO - Sanitari no vax, per il reintegro nell’Asl Cn1 si passa dal medico

“Nessuna discriminazione tra vaccinati e non vaccinati” spiega il direttore Giuseppe Guerra: l’obiettivo è evitare infezioni Covid sul posto di lavoro

in foto: il direttore dell'Asl Cn1 Giuseppe Guerra

a.c. 02/11/2022 17:36

Reintegro sì, ma con qualche precauzione a tutela della salute. Per i sanitari no vax e per gli esentati dalla vaccinazione anti Covid quello di oggi, mercoledì 2 novembre, è stato il giorno del ritorno in servizio.
 
Una decisione già programmata dal governo Draghi e confermata dalla Meloni che ha anticipato la data di rientro prevista, rispetto a quella originaria del 31 dicembre. In linea con quanto accaduto in altre aziende sanitarie, l’Asl Cn1 ha comunque subordinato alla valutazione del medico competente il ritorno alla piena operatività per dottori, infermieri, oss e impiegati non vaccinati.
 
“Sia chiaro che non facciamo nessuna discriminazione tra soggetti vaccinati e non vaccinati: è semplicemente attenzione al rischio di infettarsi” spiega il direttore dell’Asl Cn1 Giuseppe Guerra. La visita medica è pensata come uno strumento di tutela per chi fa ritorno in corsia o in ufficio, in particolare gli esentati che non hanno potuto ricevere il vaccino per motivi di salute: “Se contraessero il Covid sul posto di lavoro - spiega Guerra - sarebbe a tutti gli effetti un infortunio. Rientriamo nell’ambito della sicurezza lavorativa e l’azienda ne sarebbe direttamente responsabile”. La Città della Salute di Torino ha adottato questo provvedimento solo per gli esentati, mentre gli altri sanitari potranno sottoporsi a una visita facoltativa: “Noi invece prevediamo per tutti la visita obbligatoria” precisa il dirigente cuneese.
 
La questione, in ogni caso, non riguarda un ampio numero di persone. Nei ranghi dell’azienda sanitaria i non vaccinati sono solo 52, compresi i convenzionati: tra di essi ci sono dieci amministrativi, dieci operatori socio sanitari e tredici infermieri. A loro, aggiunge Guerra, potranno essere richieste maggiori precauzioni: “L’idea è quella di trattarli in maniera analoga ai soggetti fragili, come per esempio i cardiopatici, i diabetici o i nefropatici: a queste persone, anche se vaccinate, si richiedono misure di protezione rafforzate”.

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