CUNEO - Un presidio a Cuneo per dire che ''odiare non è uno sport"

Secondo una ricerca dell'Università di Torino tre post su quattro ricevono commenti che contengono una qualche forma di 'hate speech'

Redazione 22/03/2021 16:05

 
Venerdì 19 marzo 2021 l’associazione L.V.I.A. ha attivato a Cuneo,  in via Roma di fronte al Duomo,  un presidio statico organizzato all’interno del progetto “Odiare non è uno Sport”. Questo evento si è svolto in contemporanea in altre 8  città italiane, nel rispetto delle norme e del distanziamento fisico, per attirare l’attenzione della cittadinanza sul fatto che i linguaggi d’odio non appartengono alla pratica sportiva, ma anzi ne contraddicono i principi e il senso. 
 
“In particolare il presidio, con tutte le limitazioni della Zona Rossa in corso, ci ha permesso di incontrare a distanza i passanti e di  far loro conoscere i dati della ricerca del progetto, esposti sui nostri cartelloni. Le persone incontrate ci hanno ribadito l’importanza che lo sport ha avuto nelle loro vite e quanto sia fondamentale, anche in questo momento, l’attività fisica per sentirsi comunità. La cittadinanza ci ha inoltre confermato che è necessario stimolare una riflessione sul tema aumentando la consapevolezza sugli impatti devastanti dell’hate speech tanto online che offline”  così dichiara Giorgia Beccaria, operatrice del progetto per L.V.I.A. Le immagini di Cuneo sono rimbalzate in tutta Italia grazie al flashmob online, sulle pagine social del progetto, che è stato attivato per collegare le 9 città.
 
Secondo il Barometro dell’Odio nello Sport, ricerca realizzata dal Centro Coder dell’Università di Torino, che ha monitorato per 3 mesi i social network delle principali testate sportive italiane, l’hate speech è ormai una componente strutturale delle conversazioni sportive, potenziata dai meccanismi virali della comunicazione digitale. Su 4.857 post analizzati, per un totale di oltre 443mila commenti alle pagine Facebook delle cinque principali testate giornalistiche sportive nazionali (Gazzetta dello Sport, TuttoSport, Corriere dello Sport, SkySport, Sport Mediaset), emerge che tre post su quattro ricevono commenti che contengono una qualche forma di hate speech
 

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