CUNEO - Un progetto per la creazione di un Centro di studi scientifici sull’Elicicoltura

L'iniziativa promossa in collaborazione da diversi enti, tra i quali l'Asl CN2 e il Consorzio Chiocciola di Borgo e delle Valli Circostanti

13/04/2021 13:23

L’Istituto Internazionale di Elicicoltura, il Consorzio Chiocciola di Borgo e delle Valli Circostanti e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (IZSPLV) hanno posto le basi per la creazione di un Centro di studi scientifici sull’Elicicoltura. Una collaborazione che vedrà la partecipazione dell’Università di Scienze Gastronomica di Pollenzo, dell’Università degli Studi di Torino Dipartimento di Scienze Veterinarie e dell’ASL Cuneo 2. Il progetto nasce dalla necessità di studio e analisi del mondo dell’elicicoltura, come peraltro richiesto a gran voce da stessi allevatori e consumatori.
Si partirà da uno studio su quattro specie di chiocciole: Helix Aspersa Maxima, Helix Aspersa Muller, Helix Pomatia Alpina e Eobania vermiculate, che saranno monitorate nelle stesse condizioni climatiche e alimentari dell’habitat in cui vivono.
Il dottor Angelo Ferrari, direttore generale IZSPLV, commenta: "La collaborazione nasce con l’obiettivo di rendere il più possibile sostenibili le produzioni in un’ottica di Economia Circolare”.
La provincia di Cuneo è stata l’origine della ricerca nel settore elicicolo. - spiega Guido Giordana, presidente del Consorzio Chiocciola di Borgo e delle Valli Circostanti - Questo progetto unisce l’esperienza di due organi istituzionali di grande esperienza quali l’Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco e il Consorzio Chiocciola di Borgo, che collaboreranno sotto l’egida dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Sarà certamente una sinergia che porterà a grandi risultati nell’ottica di un’Elicicoltura globale”.
 
Simone Sampò, direttore dell’Istituto Internazionale di Elicicoltura: “Sono sempre più consapevole, e ne sono testimoni le istanze degli elicicoltori in Italia e nel Mondo che seguiamo, che l’elicicoltura non possa più essere considerata una tipologia di allevamento impovvisato, come è successo purtroppo in passato. La sinergia fra gli Enti, le Istituzioni e le Università e l’utilizzo di tecnologie avanzate quali la sensoristica digitale devono entrare nel tessuto attivo del mondo dell’elicicoltura, al quale oggi spetta di diritto un’attenzione e un’organizzazione scientifica competente a tutela del consumatore”.
 
 

c.s.

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