CUNEO - Una canzone con le parole di Giovanni Falcone: il sogno dei ragazzi della scuola di Borgo Gesso

Il pezzo, arrangiato in Conservatorio, è stato presentato in municipio durante la commemorazione della strage di Capaci organizzata dal presidio di Libera

Andrea Cascioli 24/05/2025 18:44

Le parole delle interviste a Giovanni Falcone che diventano musica, per continuare a ricordare ciò che successe a Capaci il 23 maggio 1992 ma soprattutto perché i più giovani sappiano cosa è stata e cos’è tuttora la mafia. L’iniziativa parte dall’istituto comprensivo di Borgo San Giuseppe a Cuneo, dove la professoressa Marcella Bongiovanni ha pensato a un modo meno convenzionale per parlare ai bambini di ciò che di tremendo succede nel mondo dei grandi: “Avevamo letto insieme ‘Per questo mi chiamo Giovanni’, un libro molto bello che spiega bene ai ragazzi cosa sia la mafia” racconta la docente.
 
Di qui l’idea di partecipare a un concorso canoro, “In coro per un sogno”, con un pezzo inedito ispirato proprio a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: “Questa canzone è cresciuta dopo l’incontro con Libera, loro ci hanno messo in contatto con il Conservatorio di Cuneo che l’ha riarrangiata in formato elettronico: ieri siamo andati a incidere il pezzo in uno studio di registrazione, un’esperienza speciale” spiega la professoressa nel salone d’onore del municipio di Cuneo, dove il presidio di Libera e l’associazione Liberavoce hanno voluto portare il coro degli alunni ad esibirsi. Nel ritornello del brano una delle frasi più ricordate di Falcone: “Gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”.
 
L’occasione era la commemorazione della strage in cui morirono, insieme a Falcone e alla moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Dopo il saluto della sindaca Patrizia Manassero, del questore Carmine Rocco Grassi e del comandante provinciale dei carabinieri Marco Piras, sono intervenuti i relatori presentati dalla giornalista Barbara Morra. Con la referente dell’Unione Camere Penali Dora Bissoni e il presidente dell’Ordine degli Avvocati Alessandro Ferrero è intervenuto il procuratore capo Onelio Dodero. Prima di arrivare a Cuneo Dodero coordinò, a Caltanissetta, le indagini che portarono al processo Capaci bis, quello contro gli esecutori materiali dell’eccidio: “Non sono mai andato alle commemorazioni del 23 maggio, - ha esordito - perché molto spesso alle commemorazioni partecipano persone che forse avrebbero fatto meglio a stare a casa. Sono qui perché ci sono i giovani”.
 
Parole forti dal capo della Procura anche nel ricordare i colleghi non come “eroi” ma piuttosto come “persone che facevano il loro dovere”: “Si muore non tanto per quello che si fa ma soprattutto per quello che altri non hanno fatto. Se altri non si fossero tirati indietro come vigliacchi, Falcone e Borsellino non sarebbero morti in quel modo”.

Notizie interessanti:

Vedi altro