ELVA - Uno studio del Politecnico di Torino per la riapertura della Strada del Vallone di Elva

Si valutano costi ed interventi necessari per la messa in sicurezza. Venerdì scorso un incontro tra Borgna e l'associazione "Strade da Moto", promotrice di una petizione per la riapertura

Redazione 27/01/2022 08:13

Venerdì 21 gennaio una delegazione dell’associazione “Strade da Moto” è stata ricevuta dal presidente della Provincia, Federico Borgna, per la presentazione della petizione per la riapertura della Strada del Vallone di Elva (SP104) pubblicata all’indirizzo https://www.change.org/stradedamoto-elva, completa delle 8.621 firme raccolte fino a quel momento. L’incontro ha visto la partecipazione del presidente Mario Giachino, del consigliere Pietro Stefani, giunto appositamente da Padova, e di Maria Luisa Stroppiana, in rappresentanza delle numerose realtà che stanno sostenendo attivamente l'iniziativa.
 
Federico Borgna, mentre nella sua veste di Presidente dell'amministrazione provinciale ha illustrato la situazione riguardo alla strada e alle iniziative già in atto, in qualità di Sindaco della città di Cuneo ha espresso il pieno sostegno all'iniziativa da parte del Comune, confermato peraltro dalle sue dichiarazioni di martedì 25 gennaio. Al momento è in corso uno studio da parte del Politecnico di Torino volto ad individuare gli interventi necessari alla messa in sicurezza della strada ed il loro costo. Una volta individuati i costi sarà compito dell'amministrazione provinciale adoperarsi per ottenere i fondi necessari, cercandoli non solo nelle pieghe dei propri bilanci ma, soprattutto, da Regione, Stato ed Unione Europea. “Come già affermato da Borgna, il PNRR è un'occasione da non perdere”, dicono dall’associazione.
 
"Abbiamo ottenuto la promessa che, definiti i costi dell'operazione, sarà cura dell'amministrazione provinciale fare tutto il possibile per trovare i soldi per realizzarla”, dice Giachino: "Quella strada è un'opera che non può essere dimenticata per ragioni economiche dando uno schiaffo in faccia a chi con il proprio sacrificio (anche in termini di vite umane) l'ha realizzata, a chi oggi ne ha bisogno per garantire la sopravvivenza di una cultura unica ed irripetibile ma anche solo per vivere in modo accettabile il proprio quotidiano".
 

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