CUNEO - Uto Ughi incanta i giovani di Cuneo con una lezione-concerto al Teatro Toselli

Il grande violinista ha guidato centinaia di studenti attraverso le emozioni delle Quattro Stagioni, trasformando la musica in un racconto vivo e coinvolgente

Monica Fissore 13/05/2025 10:18

Martedì 6 maggio, al Teatro Toselli di Cuneo, si è tenuta una lezione-concerto del maestro Uto Ughi, uno dei più grandi violinisti italiani della nostra epoca. Il teatro era gremito di bambini e ragazzi provenienti da scuole di ogni ordine e grado della città, accorsi per ascoltare non solo la musica, ma anche le parole di un artista che ha fatto della divulgazione tra i giovani una missione culturale.
 
L’iniziativa, parte del progetto “Uto Ughi per i giovani”, è resa possibile grazie al protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e la Fondazione Uto Ughi. A introdurre la mattinata, Natascia Chiarlo, vicepresidente della Fondazione, che ha ricordato il valore del progetto, ringraziando il Ministero, il maestro Ughi e i sostenitori locali dell'iniziativa, come la Fondazione CRC, il Comune di Cuneo e tutte le scuole coinvolte.
 
Sono seguiti i saluti istituzionali delle autorità presenti. Il prefetto di Cuneo, Mariano Savastano, ha citato le parole del compianto Ezio Bosso “La musica è come la vita. Si può fare soltanto in un modo: insieme”, sottolineando il potere della musica come veicolo di pace e coesione. A lui si sono aggiunti gli interventi dell’assessore provinciale Roberto Baldi, dell’assessore comunale Alessandro Spedale, e del direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, Stefano Suraniti, che ha ribadito il forte impegno della scuola piemontese nella promozione della musica come linguaggio universale e inclusivo.
 
Poi il silenzio in sala ha accolto il momento più atteso: Uto Ughi, accompagnato al pianoforte da Leonardo Bartelloni, ha preso la parola. Con eleganza e semplicità ha guidato i ragazzi attraverso “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi, introducendo ogni brano con spiegazioni poetiche e affascinanti. Il pubblico ha potuto scoprire il significato di “musica figurativa” e come Vivaldi, ispirato dalla natura, abbia trasformato paesaggi, animali e sensazioni in suoni.
 
Tra i momenti più suggestivi, l’esecuzione dei passaggi in cui si evocano il canto degli uccelli, lo scorrere dei ruscelli, i temporali estivi, fino al verso del cuculo, che Ughi ha fatto ascoltare separatamente per poi integrarlo nell'esecuzione completa, invitando i ragazzi a riconoscerlo. Una strategia semplice ma efficace, capace di coinvolgere anche i più piccoli e rendere l’ascolto attivo e consapevole.
 
Il maestro ha eseguito brani di tutte le stagioni: l'allegria e l’ottimismo della primavera cui segue l’estate, languida e potente, passando poi all’autunno, con i canti e i balli dei contadini felici per il raccolto della vendemmia; e infine l’inverno, con il trascorrere dei giorni lenti e quieti al calore del fuoco mentre fuori la neve ricopre tutto.
 
In ogni parte, parole e musica si sono intrecciate per creare immagini vivide, come in un racconto suonato.
 
A fine concerto, il maestro Ughi ha dialogato con i bambini e i ragazzi, rispondendo a domande che si sono rivelate curiose, spontanee, a volte sorprendenti. Alla domanda “È tanto difficile suonare il violino?” il maestro ha risposto “Suonare bene uno strumento è difficile. Il violino è particolarmente delicato, perché le note bisogna crearle da sé: se sbagli, si sente subito. Come diceva Paganini: ‘Se sto un giorno senza studiare me ne accorgo io, se sto due giorni se ne accorgono gli altri’. Per suonare bene ci vuole pazienza, ogni giorno”.
 
Un bambino ha poi osservato stupito: “Mi sembra pazzesco che con degli strumenti musicali si riesca a raccontare le stagioni”, cogliendo perfettamente la magia della musica descrittiva.
 
Alla domanda su quale fosse la sua stagione preferita, Ughi ha risposto con saggezza: “Ogni stagione ha il suo fascino. L’inverno mi piace molto, con i suoi paesaggi bianchi e silenziosi. Ma la primavera è forse la più allegra, perché rappresenta il risveglio della natura e porta ottimismo”.
 
Anche il pianista Leonardo Bartelloni, chiamato in causa da un bambino incuriosito dal suo strumento, ha risposto con semplicità e precisione: “Il pianoforte è un po’ più semplice da approcciare, perché le note sono già pronte sulla tastiera. Ma suonarlo bene è tutta un’altra storia: ogni strumento ha le sue difficoltà”.
 
Il messaggio che il maestro Ughi ha voluto lasciare agli studenti è chiaro: un invito a sprigionare la propria fantasia senza dimenticare il valore della pazienza, dello studio quotidiano, ma anche della passione: “Se non c'è passione nella vita non c'è niente”.
 
Decisamente positiva la reazione di Umberto Pelassa, nominato provveditore agli Studi di Cuneo lo scorso 26 marzo: “La lezione-concerto del Maestro Uto Ughi ha incantato gli studenti, i docenti accompagnatori e tutti i presenti. È stata una straordinaria opportunità di accrescimento culturale per i nostri ragazzi, resa possibile operativamente dalla sinergia tra la Fondazione Uto Ughi, il M.I.M. e le Scuole partecipanti”. Prosegue riconoscente: “La disponibilità mostrata dal Maestro Ughi ha consentito agli alunni non solo di fruire di un’eccezionale esperienza musicale, ma anche di dialogare con il Maestro, che ha risposto ai numerosi quesiti legati al violino ed alle tecniche di esecuzione”.
 
Quella del 6 maggio è stata molto più di una lezione musicale: è stata un’esperienza formativa ed emozionante, che ha seminato in tanti piccoli spettatori la meraviglia della musica e, chissà, forse per alcuni di loro la scintilla di una vocazione.

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