VERNANTE - Vernante, 1815: muore Giovanni Boccaccio, primo Carabiniere caduto in servizio

A Sommariva Bosco una piazza per i due militari deceduti in un incidente il 25 marzo: il primo Carabiniere caduto nell'adempimento del dovere fu ucciso in valle Vermenagna

La targa nel piazzale dedicato a Giovanni Boccaccio a Limone Piemonte

a.d. 23/04/2018 16:20

Sommariva Bosco intitolerà una piazza a Giorgio Previtera e Alessandro Borlengo, i due Carabinieri deceduti in un incidente stradale sulla statale tra Bra e Pocapaglia lo scorso 25 marzo, mentre scortavano un detenuto verso il Tribunale di Asti. Il provvedimento sarà approvato nel Consiglio comunale di stasera, lunedì 23 aprile. Forse non tutti sanno che proprio la provincia di Cuneo fu teatro della prima morte in servizio di un Carabiniere nella storia dell'Arma. 
 
Accadde a Vernante, nella notte tra il 23 e il 24 aprile del 1815. Il corpo era stato istituito da Vittorio Emanuele I il 13 luglio del 1814: denominata “Corpo dei Carabinieri Reali”, l'Arma era allora composta da volontari, allo scopo di contrastare il crescente brigantaggio. 
 
A meno di un anno dalla sua formazione, il Corpo, come detto, si trovò a piangere la sua prima vittima caduta in servizio: si trattava di Giovanni Boccaccio, perito in un conflitto a fuoco nel paese della valle Vermenagna. Nato a Trisobbio, nell'odierna provincia di Alessandria, il 6 luglio del 1781, dopo l'arruolamento Boccaccio era stato assegnato alla stazione di Limone Piemonte. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1815, il Carabiniere era in perlustrazione insieme a due compagni alla ricerca di una banda di nove banditi evasi il giorno prima dal carcere di Cuneo: tra di loro anche Stefano Rosso, feroce assassino, detto “Il Sardo”.
 
Una volta intercettati, i briganti aggredirono i tre Carabinieri: dopo il conflitto a fuoco, a terra rimase il corpo, privo di vita, di Giovanni Boccaccio. A 285 giorni dalla sua nascita, l'Arma piangeva il suo primo caduto durante l'adempimento del dovere. Le ricerche vennero intensificate, venne inviato sul posto anche un ufficiale, il luogotenente Martini di Ostengo, insieme ad altri 11 militari. Secondo le ipotesi dell'epoca la pallottola letale era partita dalla mano di Stefano Rosso: “Il Sardo”, residente a Vernante e profondo conoscitore delle montagne circostanti, riuscì però a dileguarsi insieme ai suoi compagni e, probabilmente, ad espatriare: all'epoca la pena che gli sarebbe stata inflitta sarebbe stata quella capitale.
 
La salma di Giovanni Boccaccio venne tumulata nel cimitero di Vernante, dove oggi è intitolata a lui anche una piazzetta nel centro storico del paese: domani mattina, martedì 24 aprile, a 203 anni dai fatti, si terrà la cerimonia di commemorazione.

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