Dalla collaborazione tra Fondazione DIG421 e alcune delle più importanti realtà industriali del territorio cuneese nasce “WIT – What Is That”, la nuova startup che introduce un servizio tecnologico all’avanguardia per il riconoscimento intelligente di componenti industriali non etichettati o difficilmente identificabili. Un esempio concreto di innovazione aperta applicata al mondo manifatturiero, alimentata dall’intelligenza artificiale e dalla computer vision.
La sfida da cui parte WIT è reale e condivisa da molte aziende: gestire componenti e ricambi privi di codici visibili, spesso stoccati in magazzino o in uso presso clienti, rallenta le operazioni e può compromettere l’efficienza dei flussi produttivi. Il nuovo servizio risponde a questa criticità offrendo una soluzione di identificazione visiva avanzata, scalabile e integrabile nei processi aziendali. Il progetto, avviato all’interno delle iniziative di Open Innovation della Fondazione DIG421, ha seguito un percorso strutturato in due anni, articolato in fase di proof of concept e successiva industrializzazione della soluzione. Protagoniste dell’iniziativa sono state le imprese GAI, Gruppo Tosa, Robino & Galandrino, Rolfo, con il supporto di Europlast e Tesisquare, che hanno collaborato attivamente fornendo competenze, archivi progettuali, test sul campo e feedback operativi.
Lo sviluppo tecnologico è stato curato da Inventio.ai, startup di Fossano specializzata in soluzioni AI per l’industria, mentre la regia e il coordinamento sono stati garantiti dalla Fondazione DIG421. “Il progetto WIT sposa pienamente la missione della Fondazione DIG421: favorire la nascita di iniziative innovative, costruite in modo aperto e collaborativo, capaci di generare valore e prospettive di crescita sul nostro territorio. Questa è la seconda iniziativa che prende vita da questi tavoli, a testimonianza della fertile fucina di idee e progetti che DIG rappresenta per il nostro territorio”, sottolineano Elio Becchis, direttore di DIG421, e Paolo Catti, project manager dell’iniziativa.
Oggi, WIT è una soluzione pronta all’uso: consente il riconoscimento rapido e preciso dei componenti non codificati, facilitando la gestione di magazzino, la manutenzione e le relazioni con il cliente. Un ponte tra l’ingegneria progettuale e le operazioni quotidiane. “La sfida è lanciata: quello del riconoscimento dei componenti codificati ma non riconoscibili è un problema concreto e molto sentito nelle imprese. Con WIT possiamo offrire una soluzione efficace, con impatti organizzativi sia tattici sia strategici sul modo in cui vengono gestiti i pezzi per cui non è immediatamente identificabile un codice, perché non riportato fisicamente sul componente. WIT getta un ponte che concatena efficacemente gli archivi della progettazione - tipicamente ingegneristicamente ineccepibili e completi - e le operazioni di impianto e di magazzino. Inoltre può rappresentare un valore aggiunto anche per la gestione delle attività di manutenzione e nella relazione verso i clienti”, aggiunge Luca Destro, direttore generale della neonata Start-Up WIT.