CERVERE - Porro di Cervere: "Rispetto al 2022 produzione su del 35 per cento e qualità sempre eccellente"

Lo afferma Silvio Monasterolo, presidente Cia della zona di Fossano, nonché produttore e consigliere del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione della prelibata coltura del territorio cuneese

20/10/2023 08:19

Il porro di Cervere è una prelibata eccellenza del territorio cuneese. A contraddistinguerlo sono il profumo e il sapore dolce, gradevole al palato e di facile digeribilità: caratteristiche dovute al terreno e al microclima dell’area in cui viene coltivato. Per tutelarlo e valorizzarlo, nel 1996 è nato il Consorzio. Dall’11 al 26 novembre, a Cervere è in programma la Fiera durante la quale l’ortaggio sale in passerella. Come è andata la stagione produttiva 2022? Ce lo racconta Silvio Monasterolo, presidente Cia della zona di Fossano, nonché, come tutti i soci, consigliere del Consorzio. Monasterolo coltiva il porro nell’azienda agricola in frazione Tagliata, di cui è titolare la moglie Bianca Rosa Garelli. Dice: “La raccolta è iniziata a metà settembre, sta raggiungendo il picco in queste settimane e si concluderà nei prossimi mesi. Quest’anno, abbiamo raggiunto quantitativi di produzione superiori del 35% rispetto al 2022, che è stata una stagione davvero difficile per i grandi problemi dovuti soprattutto alla siccità e al caldo soffocante. Siamo così tornati ai livelli normali degli anni precedenti”.
 
Cosa ha inciso nei migliori risultati ottenuti dalla coltivazione? “Durante i mesi passati abbiamo potuto irrigare, perché in primavera le piogge abbondanti hanno di nuovo riempito i bacini e le falde acquifere. E adesso, le temperature piuttosto alte di inizio ottobre sono scese contribuendo a creare il clima ottimale per la raccolta del porro”.
 
La qualità? “Ormai, grazie al rigido disciplinare di produzione imposto dal Consorzio, tutti gli anni si raggiungono eccellenti caratteristiche di qualità. E questo aiuta a vendere l’ortaggio al di fuori della provincia di Cuneo. Infatti, ormai è conosciuto, apprezzato e consumato in tutta Italia e anche all’estero”.
 
Il prezzo di vendita? “Lo stabilisce il Consorzio in una riunione con il Direttivo e i soci. È rimasto lo stesso dello scorso anno: minimo 8 euro al mazzo che pesa mediamente 2 chilogrammi e mezzo. Un importo adeguato”.
 
Le prospettive per la stagione 2023? “Grazie ai maggiori quantitativi prodotti riusciremo a soddisfare le richieste. Le vendite alle fiere e nei mercati stanno andando bene. Anche chi conferisce alla Grande Distribuzione ha avuto un buon inizio. Segnali incoraggianti, che ci fanno ben sperare”.

c.s.

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