MONDOVÌ - A Mondovì si svela l’opera sonora voluta da Fondazione CRC

“A Song A Part” è realizzata dall’artista scozzese Susan Philipsz all’interno del nuovo Museo della Stampa. Si ispira alla musicista del XVI secolo Maddalena Casulana

Andrea Cascioli 05/11/2022 16:54

Si intitola “A Song A Part” l’installazione sonora che la Fondazione CRC ha donato alla città di Mondovì, collocandola nel cortile del nuovo Museo della Stampa presso l’ex collegio delle Orfane.
 
Si tratta della terza tra le quattro opere d’arte che la Fondazione ha patrocinato in occasione del suo trentennale, dopo le inaugurazioni de “Il Terzo Paradiso dei Talenti” di Michelangelo Pistoletto a Cuneo e “The presence of absence pavilion” di Olafur Eliasson al castello di Grinzane Cavour. L’autrice è l’artista scozzese Susan Philipsz, già vincitrice del prestigioso Turner Prize nel 2010. La sua cifra creativa è l’utilizzo della voce a cappella per rendere allo spettatore il senso di una presenza “qui e ora”: “L’opera di Philipsz combatte, in un certo modo, la virtualità” spiega Carolyn Christov-Bakargiev, direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea che è partner operativo di Fondazione CRC nel progetto di committenza denominato A cielo aperto 2022.
 
Introdotta dai saluti del sindaco di Mondovì Luca Robaldo e del presidente di Fondazione CRC Ezio Raviola, la cerimonia di inaugurazione si è svolta stamane alla presenza dell’artista. L’opera sonora dura circa cinque minuti: incomincia con la voce di una bimba - allusione alle orfane dell’istituto - che canta una canzone da una delle finestre, seguita poi da un’altra canzone dal lato opposto del cortile, prima che le due voci si fondano assieme. L’intento è appunto quello di rappresentare la nuova realtà del Museo della Stampa insieme a quella dell’edificio che in precedenza ospitava un convento e poi un orfanotrofio femminile.
 
Christov-Bakargiev ha illustrato il percorso creativo affrontato dalla Philipsz: “L’idea di solitudine delle orfane, con il loro senso di lontananza e la nostalgia della madre, insieme all’esperienza della stampa ha fatto venire in mente all’artista Maddalena Casulana, la prima donna a vedere stampato un suo libro di musica nel XVI secolo. Nel corso dei secoli le sue composizioni sono in parte andate perdute, ma proprio nella biblioteca civica di Cuneo è stato individuato un frammento del primo Libro dei madrigali della Casulana. Questa coincidenza ha portato Susan a basare l’opera sonora su una parte della composizione”.
 
Attraverso la sua installazione, Philipsz allude malinconicamente alla scomparsa della tipografia tradizionale in favore di quella digitale e anche alla storia delle donne che, come Maddalena Casulana, hanno dovuto lottare per accedere al mondo dell’arte.

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