Tre parole per cambiare prospettiva: ascoltare, riconoscere, trasformare. Sono queste le chiavi scelte dalla Consulta Comunale Femminile di Mondovì per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, attraverso un percorso di incontri e momenti simbolici che dal 25 al 29 novembre accompagneranno la città in una riflessione collettiva sul significato profondo della consapevolezza e del rispetto. Il primo appuntamento sarà il 25 novembre alle ore 15, all’Ospedale di Mondovì, con la posa della targa commemorativa sulla Panchina Rossa: un gesto semplice ma potente, che rinnova la memoria di chi non c’è più e trasforma un simbolo in un luogo di riconoscimento, rispetto e impegno condiviso. Riconoscere diventa così il primo passo per spezzare il silenzio, dare un nome alla violenza e affermare che ogni vita ha valore. Il secondo momento è dedicato all’ascolto: venerdì 28 novembre, alle ore 20.30 al Teatro Baretti, il Coro Cattelya, in collaborazione con la Consulta, presenterà in anteprima il film “L’amore che ho” di Paolo Licata, ispirato alla vita della cantautrice Rosa Balistreri. Attraverso la voce intensa di Lucia Sardo, il film racconta la forza di una donna che ha saputo trasformare la sofferenza in arte e libertà. Al termine della proiezione seguirà un’intervista con l’attrice protagonista. L’ingresso è gratuito. Il percorso si concluderà sabato 29 novembre, alle ore 14.30 nella Sala Scimè, con il convegno “Uomini consapevoli, relazioni sane. Convegno sui maltrattanti”, organizzato in collaborazione con il Centro Uomini Autori di Violenza (CUAV) e lo Sportello Antiviolenza Fiordaliso. Un incontro che invita a trasformare la prospettiva, spostando l’attenzione anche su chi agisce violenza e sui percorsi di consapevolezza necessari al cambiamento. Interverranno Nicola Mellano, responsabile CUAV; Marzia Corigliano, referente dell’équipe tecnica CUAV; Francesca Borelli, Capitano dei Carabinieri di Mondovì e Mariella Faraco, Vice Questore di Cuneo. L’obiettivo è chiaro: capire per trasformare, perché solo dalla conoscenza delle dinamiche della violenza può nascere una reale possibilità di evoluzione sociale. “Abbiamo scelto tre parole che rappresentano un cammino di coscienza e responsabilità” spiega Marzia Arena, presidente della Consulta Comunale Femminile. “Ascoltare per comprendere le storie e le ferite, riconoscere i segnali e le disuguaglianze, trasformare la consapevolezza in azione concreta. Solo così possiamo dare forza a una cultura che rifiuta la violenza e costruisce relazioni sane e paritarie”. Sulla stessa linea l’assessora alle Pari Opportunità Francesca Bertazzoli, che sottolinea: “Questa Giornata non è solo un momento di commemorazione, ma un invito a guardare avanti. La vera sfida è trasformare la sensibilità in cambiamento quotidiano attraverso le parole, i gesti e le scelte. Mondovì vuole essere una comunità che ascolta, riconosce e si impegna davvero per la parità e la libertà di tutte e di tutti”. Un programma che unisce emozione e riflessione, memoria e azione: perché ascoltare, riconoscere e trasformare non sono solo verbi, ma passi concreti verso una società più giusta, consapevole e libera dalla violenza.