Riceviamo e pubblichiamo.
"La domanda è semplice: la Regione vuole accompagnare le aree interne verso un declino inevitabile, o vuole davvero scommettere sul loro ripopolamento?". Così la consigliera regionale di Alleanza Verdi Sinistra Giulia Marro è intervenuta all’incontro pubblico di Garessio, organizzato dal Comitato per la Difesa del Cebano - Co.Di.Ce.
Durante l'incontro, moderato da Davide Prato, Marro ha ricordato come lo spopolamento dell’Alta Valle Tanaro, della Val Mongia e della Val Bormida sia ormai un dato strutturale: "Garessio ha perso un terzo degli abitanti dagli anni ’90. Ormea è scesa sotto i 1.500 residenti. In tutta l’area Cebano–Alta Valle Tanaro vivono meno di 17 mila persone su oltre 600 km², con una densità di 27 abitanti per km² e un indice di vecchiaia tra i più alti del Piemonte. In territori così fragili, togliere il Pronto soccorso notturno significa spingere ulteriormente le comunità verso l’abbandono".
La consigliera ha ricostruito la vicenda del Pronto soccorso di Ceva, chiuso H24 nel 2020 e riaperto nel 2021 solo in fascia 8–20: "La riduzione dell’H24 non è stata una fatalità, ma una scelta politica. Il depotenziamento è iniziato ben prima del Covid e continua ancora oggi: dalla chiusura notturna alla riorganizzazione interna dei reparti, fino ai rinvii continui giustificati dalla “mancanza di personale”. Nel frattempo la Regione sostiene che il Pronto soccorso non chiuderà, mentre l’ASL dichiara che non riaprirà di notte. Una contraddizione che il territorio non può più accettare".
Per Marro è evidente che il problema non è tecnico ma politico: "È difficile sostenere che manchino le risorse quando la Giunta ha trovato 50 milioni di euro per il bando neve destinato agli impianti sciistici, in montagna dove ormai nevica sempre meno. Oppure quando si attivano mutui con INAIL per nuove strutture che forse non verranno mai realizzate, mentre si tagliano i servizi essenziali nelle valli. È una questione di priorità: la montagna si salva con i servizi, non con gli slogan".
La consigliera ha poi ribadito le problematiche della rete emergenza–urgenza nella zona: "Tra Ormea e Mondovì ci sono 50 minuti di strada. Tra Mondovì e Savona ci sono 70 chilometri senza alcun presidio intermedio. Le ambulanze non possono sostituire un Pronto soccorso: i volontari non possono garantire turni h24 e l’elisoccorso, pur prezioso, non è attivo con ogni condizione meteo né può essere utilizzato come risposta strutturale. Qui serve un Pronto soccorso vero, giorno e notte".
Un ringraziamento particolare è stato rivolto al Comitato per la Difesa del Cebano e al Co.Di.Ce: "Da oltre dieci anni fanno ciò che la Regione avrebbe dovuto fare: monitorare, raccogliere dati, proporre soluzioni, tenere alta l’attenzione. Se oggi se ne parla è grazie alla mobilitazione civica".
Le richieste della consigliera Marro alla Regione:
1. Un cronoprogramma chiaro e pubblico per il ripristino dell’H24.
2. Il riconoscimento dell’area Cebano–Alta Valle Tanaro come zona disagiata, con incentivi e organici adeguati.
3. Investimenti immediati sul presidio di Ceva, sui trasporti e sulle ambulanze.
4. Un tavolo permanente con Comune, ASL, sindaci e Comitato.
5. Stop alla retorica sugli ospedali nuovi: "Prima si garantiscano i servizi essenziali in quelli che già esistono".
Marro conclude: "Il Pronto soccorso H24 a Ceva non è un favore: è un diritto. Se la Regione vuole davvero tutelare la montagna e le aree interne, deve dimostrarlo con i fatti. Il primo fatto è restituire a questo territorio un servizio di emergenza e urgenza attivo giorno e notte".