VENASCA - Annibale Salsa incanta Venasca: il pane come elemento identitario delle culture alpine

Grande successo per la conferenza dell’antropologo alpino nell’ambito della rassegna “Forni narranti”

13/10/2025 10:13

Salone comunale pieno e grande partecipazione mercoledì 8 ottobre a Venasca per la conferenza di Annibale Salsa, intitolata “Il pane nelle Alpi” e inserita nel programma della rassegna Forni narranti. Il celebre antropologo, specializzato in cultura alpina e per anni presidente centrale del Club Alpino Italiano, ha proposto un intervento di grande spessore culturale, analizzando l’importanza della panificazione e del pane come elemento identitario fondamentale per le società alpine. Nel pubblico in sala anche l’assessore regionale alla montagna Marco Gallo e il presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero del Varaita e sindaco di Melle Giovanni Fina, oltre al sindaco di Venasca, nonché consigliere della Provincia di Cuneo e presidente dell’Unione Montana Valle Varaita, Silvano Dovetta e il vicesindaco di Venasca Maurizio Madala.  Salsa, introdotto da Fabrizio Pellegrino dell’Agenzia di Sviluppo Locale dell’AFP Dronero che collabora all’organizzazione della rassegna Forni Narranti con il Comune di Venasca, ha tracciato una storia economica e sociale delle Alpi utilizzando il pane come filo conduttore della sua analisi, spiegando come, a partire dal Basso Medioevo, in particolare tra il 1100 e il 1400, una sensibile crescita delle temperature rese possibile la coltivazione di cereali come il grano e la segale ad alte quote. Questo innalzamento climatico permise di popolare in modo stanziale zone alpine ben al di sopra delle quote precedentemente abitate, trasformando il paesaggio delle Alpi nell’ambiente antropizzato che conosciamo oggi, dove in larghissima parte la componente naturale pura è stata rimodellata dal lavoro dell’uomo. Il relatore ha inoltre evidenziato come il prosperare delle comunità alpine non fu dovuto solo al clima favorevole, ma anche ai benefici che i signori medievali avevano concesso alle popolazioni montane. La libertà e l’esenzione dai vincoli feudali contribuirono in modo determinante alla prosperità di queste comunità: una conseguenza diretta di questa autonomia fu quello che viene definito oggi il “paradosso alpino”, ovvero che il livello culturale degli abitanti della montagna risultava molto più elevato rispetto a quello degli abitanti di pianura. Salsa ha rievocato le esperienze delle comunità autonome delle Alpi, con particolare riferimento alla Repubblica degli Escartons in alta valle Varaita, l’esempio territorialmente più vicino a Venasca. L’antropologo ha citato anche gli statuti della valle Maira e altri esempi di autogoverno alpino sorti in diverse altre regioni d’Italia. La conferenza ha poi ripercorso i cambiamenti storici e climatici – la progressiva costituzione dei grandi stati-nazione europei e la piccola era glaciale che portò all’abbassamento delle temperature tra il Cinquecento e l’Ottocento – che hanno trasformato la montagna da zona centrale dell’Europa, cerniera tra stati e luogo più prospero della pianura, a zona marginale e lontana dai grandi centri. Un tema centrale emerso dalla conferenza è stata la riflessione su come oggi si possa rilanciare la montagna in termini di attrattività, frequentazione e ripopolamento, anche attraverso forme di benefici o incentivi, un argomento di grande attualità vista l’urgenza di invertire la rotta dello spopolamento montano con politiche concertate a livello di decisori politici. Sul tema, Silvano Dovetta sottolinea: "La lezione di Salsa ci ricorda come nel Medioevo la montagna fosse un territorio appetibile e interessante grazie a condizioni di libertà e autonomia che attiravano gli abitanti. Come amministratori di Comuni montani da tempo sosteniamo che occorre una politica di maggiore attenzione alla montagna e a chi ci vive e lavora, per favorire quello che è anche un presidio territoriale fondamentale. È significativo che il Rapporto Montagne Italia di Uncem 2025 evidenzi una crescita degli abitanti della montagna negli ultimi anni: questo dato riveste grande importanza e ci indica che la strada intrapresa può dare frutti, ma servono certamente incentivi concreti e politiche di sostegno per rendere stabile questa tendenza. Senza questa attenzione alla montagna, rischiamo invece di abbandonare a loro stesse le comunità che la vivono, con rischi incalcolabili per tutti. Ringrazio l’assessore regionale alla montagna Marco Gallo per la sua presenza qui a Venasca e per il suo ruolo attivo nel lavorare concretamente per migliorare la situazione della montagna piemontese, dei suoi abitanti e di chi ci lavora". Forni narranti prosegue domenica 26 ottobre alle ore 14.30 con una camminata alla scoperta dei vecchi forni di borgata: il ritrovo è previsto a borgata Quaglia, dove per l’occasione sarà riacceso il forno di comunità. L’attività include una passeggiata alla cappella di Sant’Antonio, con rientro in tempo utile per sfornare il pane preparato nel forno. La partecipazione è gratuita, ma è necessaria la prenotazione inviando una mail all’indirizzo eventi@fdronero.it. Forni narranti è una rassegna promossa dal Comune di Venasca con il sostegno delle Fondazioni CRC e CRT, in collaborazione con l’Agenzia di Sviluppo Locale di AFP, la Biblioteca Civica e la Pro loco, il patrocinio dell’Unione Montana Valle Varaita, del Consorzio BIM del Varaita e sotto l’egida di Terres Monviso.

c.s.