CASTELDELFINO - Casteldelfino, fondi dalla Regione per interventi sugli acquedotti

Il sindaco Domenico Amorisco: "Il consumo dell’acqua è un diritto dei cittadini che vivono in montagna, da salvaguardare a tutti i costi"

30/12/2022 08:18

A seguito della crisi idrica registrata sul territorio nazionale per le eccezionali e prolungate temperature estive 2022, nei primi giorni dello scorso settembre il Comune di Casteldelfino è dovuto intervenire per ripristinare l’approvvigionamento idrico della popolazione servita dall’acquedotto Chiot Garin e dell’acquedotto di borgata Torrette in località Subiron. I lavori di somma urgenza sono stati eseguiti sulla base dell’ordinanza sindacale contingibile ed urgente che ne affidava l’esecuzione alla ditta Rascias SNC di Sampeyre.
 
È notizia degli ultimi giorni che, sulla conseguente richiesta comunale di pronto intervento ai sensi della legge regionale n.38/78, la Regione Piemonte ha concesso al Comune di Casteldelfino il finanziamento di 25.803 euro per l’intervento di ripristino dell’approvvigionamento idrico dell’acquedotto Chiot Garin e dell’acquedotto di borgata Torrette in località Subiron.
 
I lavori eseguiti che hanno risolto i problemi della mancanza di acqua dei due acquedotti riguardavano: per l’acquedotto di Chiot Garin, la posa di una nuova diramazione dal vicino acquedotto del Puy per una lunghezza di circa 350 m. previo scavo ad una profondità di circa 80 cm. affinché non fosse soggetta al gelo invernale e, per l’acquedotto Subiron di Torrette, la ricerca dell’occlusione impeditiva dello scorrimento dell’acqua e sostituzione della tubatura occlusa per una lunghezza di circa 300 m. con posa di appositi tombini di ispezione con scavi eseguiti in parte a mano e in parte con mezzi meccanici. 
 
La dichiarazione, in proposito, del sindaco Domenico Amorisco: "Ringrazio la Regione Piemonte per questo finanziamento fondamentale per il nostro Comune. Sono soddisfatto che sia stato anche premiato il mio coraggio dei due mandati precedenti di Sindaco di Casteldelfino (2006-2016) per aver optato per una gestione diretta degli acquedotti e non attraverso terzi organismi consortili o societari e così non far mancare l’acqua proprio alla gente che vive sul territorio sul quale sgorgano le sorgenti. Basta con la sottrazione dei diritti alla montagna; scuole, strutture sanitarie, sportelli bancari, uffici postali aperti solo a giorni alterni.
Il consumo dell’acqua è un diritto dei cittadini che vivono in montagna, da salvaguardare a tutti i costi, facendola sopravvivere con la loro presenza e le loro attività”.
 

c.s.

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