BORGO SAN DALMAZZO - Borgo, Beretta replica a Fantino: ''Si ferma alle parole senza risalire alle cose''

L'ex assessore aveva presentato un'interrogazione chiedendo chiarimenti sulle osservazioni del Comune sul Piano Strategico per la programmazione europea 2021-2029

Redazione 14/01/2021 13:05

Riceviamo e pubblichiamo la replica di Gian Paolo Beretta, sindaco di Borgo San Dalmazzo, ad un'interrogazione presentata per il prossimo Consiglio comunale da Mauro Fantino sul tema del Piano Strategico per la programmazione europea 2021-2029 e delle osservazioni avanzate dal Comune di Borgo.
 
Il sottoscritto non ha mai tenuto all’oscuro nessuno, tanto mai il Consiglio Comunale; ancora una volta il Consigliere Fantino usa la metodologia di ciò che non si conosce. Infatti, a parte una presentazione preliminare avvenuta nel luglio 2020 da parte del Presidente della Provincia, alla quale doveva seguire un incontro di approfondimento più analitico e specifico, ad oggi non c’è stato alcun seguito di approfondimento, tale incontro non si è mai tenuto, anche per l’incalzare della pandemia ed il concepimento da parte della commissione europea del piano Next generation EU si è ritenuto opportuno intersecare le priorità strategiche emerse nel piano di posizionamento con altre priorità. Per tale motivo il Comune, in attesa dell’incontro di approfondimento, non ha mai proposto delle osservazioni.
 
Nel frattempo è intervenuta la possibilità di usufruire dei fondi di cui al “Recovery fund”, per cui si attendono nuovi sviluppi; il Comune di Borgo ha intenzione di proporre osservazioni e avanzare nuove proposte attraverso un Master Plan (già redatto) avente l’obiettivo principale di valorizzazione della linea Cuneo-Ventimiglia-Nizza, nonché lo sviluppo culturale del turismo in valle Roya, tramite il progetto Alcotra-Vermenagna-Roya, di cui il nostro è l’ente capofila.
 
Sono nuovamente stupito dal comportamento del Consigliere Fantino il quale, nonostante la sua esperienza, si ferma alle parole senza risalire alle cose, trasformando le parole in chiacchiere. Questa levità della chiacchiera, il fatto che essa non poggia sul terreno delle cose, esonera le persone dalla fatica di cercare come effettivamente stiano i fatti e le inducono a coprire e nascondere il reale anziché svelarlo. Subentra quindi il consueto modo di agire soltanto per “Aver saputo” ma non per “Sapere” come stanno le cose, senza metodo di indagine appropriato e specifico, giudizi e attribuzioni che diventano etichette veloci, automatiche, stereotipate e sommarie deduzioni.
 
Prende corpo quello spirito di risentimento, quell’unica possibile manifestazione che consiste nell’escludere, nel negare e nel dire no, nel creare un nemico esterno per non fare i conti con le proprie responsabilità. La falsità semantica è la falsità del linguaggio ed ha luogo quando si formulano giudizi, si enunciano proposizioni che contrastano sia col pensiero sia con la realtà.
 
Gian Paolo Beretta
Sindaco di Borgo San Dalmazzo
 

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