CUNEO - Fondazioni bancarie, il Pd lancia il sasso: “Così tramonta il modello Cuneo”

Reduci dal tentato “blitz” contro Adriano in Crt, i dem criticano l’“eccesso autocelebrativo” del Patto Civico: “Gli attori istituzionali riflettano su questa deriva”

Andrea Cascioli 01/08/2025 15:10

Il “giorno dopo” l’elezione di Paolo Adriano nel consiglio di Fondazione Crt lascia strascichi e polemiche. A parlare è il Partito Democratico cuneese, sconfitto - con onore - dall’ultima tornata a palazzo Perrone di San Martino. La candidata “di bandiera”, Maria Peano, ha preso solo un voto in meno rispetto all’ex sindaco di Mondovì, dopo averlo scavalcato - sempre per un voto - al primo giro elettorale. Nessuno se l’aspettava e c’è da credere che i “pattisti” abbiano sudato freddo di fronte alla prospettiva di vedere il loro fondatore, predecessore diretto di Luca Robaldo, bocciato per la seconda volta alla corte di Anna Maria Poggi (già lo scorso anno, infatti, gli era stata preferita Roberta Ceretto, poi promossa al board). Ai dem però non è andata giù l’esultanza, ritenuta poco consona al bon ton istituzionale, da parte del Patto Civico per la Granda: “Evidente eccesso autocelebrativo” commenta il Pd, a proposito della nota diramata dai consiglieri provinciali “robaldiani”. Ma non è, beninteso, solo una questione di stile. “Alcune dinamiche emerse negli ultimi tempi destano seria preoccupazione” si legge nella nota ufficiale del partito: “Da più parti, a partire dalle dichiarazioni ufficiali e dagli articoli di stampa, si rilevano forzature narrative e rivendicazioni territoriali e politiche che non dovrebbero mai interferire con la funzione delle fondazioni bancarie: quella di perseguire il bene comune in maniera indipendente e plurale”. Si cita a questo proposito anche l’esternazione di Mario Sacco, presidente di Confcooperative Piemonte Sud, che “lamenta l’esclusione da un accordo tra Confindustria e Camera di Commercio in merito alle nomine in Fondazione CRC, affermando che ‘spiace molto per il comportamento di Confindustria. Si sono dimenticati che noi siamo stati i primi a sottoscrivere la candidatura di Mauro Gola alla Presidenza della Fondazione Crc’”. Un richiamo troppo palese al do ut des, obiettano i democratici: “Questi episodi - tra rivendicazioni localistiche e manovre di palazzo - segnalano il rischio che si sia ormai snaturato il tanto citato ‘Modello Cuneo’, da sempre apprezzato per la sua capacità di includere sensibilità diverse, competenze, culture politiche e sociali differenti. Oggi, quel modello vive un'involuzione verso uno schema autoreferenziale, dove conta più l’appartenenza che il merito e più l’equilibrio di potere che l’equilibrio territoriale”. L’invito rivolto a tutti gli attori istituzionali, economici e sociali della Granda è “a riflettere su questa deriva”: “Le fondazioni bancarie non sono proprietà di pochi, ma strumenti strategici al servizio del territorio, delle sue comunità e delle sfide comuni”.

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