CUNEO - Gioco d’azzardo, dietrofront di Cirio: ‘Ritiriamo l’emendamento, ma la legge va cambiata’

La giunta regionale spinge per la modifica della norma del 2016 che limita l’installazione di slot. Ma il fronte del no è ampio e trasversale, anche a Cuneo

Andrea Cascioli 26/06/2020 17:03

 
“Abbiamo eliminato l’emendamento sul gioco d’azzardo. Quello del gioco è un tema importante e per questo nei prossimi giorni verrà inserito nei lavori della Commissione. È un tema su cui ci vuole una sensibilità profonda. La legge attuale va riformata, lo faremo senza scorciatoie e in maniera trasparente”: con queste parole il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha annunciato al Consiglio regionale il ritiro della contestata proposta di modifica della legge sul gioco d’azzardo varata nel 2016.
 
Non una resa ma una ritirata strategica, precisa Cirio di fronte all’assemblea di palazzo Lascaris: “Serve un progetto di legge specifico, noi come maggioranza continueremo a difendere la nostra idea, ma aprendoci al confronto con le realtà territoriali”. Il provvedimento sul contrasto alle ludopatie, voluto dalla precedente maggioranza di centrosinistra, impone limiti orari agli esercizi che ospitano slot e videolottery e li vincola al cosiddetto ‘distanziometro’, ovvero l’obbligo di non installare ‘macchinette’ a una certa distanza da luoghi considerati sensibili come scuole, chiese, ospedali e bancomat.
 
Per l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano si tratta di tutelare i posti di lavoro, eliminando con effetto retroattivo tutte le imposizioni che in questi anni avevano portato a una consistente riduzione degli introiti per il settore scommesse. In Piemonte il gioco d’azzardo è calato del 9,7% (a fronte di un aumento del 1,6% nel resto d’Italia) e le perdite dei cittadini sono diminuite del 17,8%: i due terzi delle somme non giocate nel 2018, si fa notare nell’appello in difesa della legge regionale 9/2016, non sono state reinvestite in altri giochi. In questo contesto il volume delle giocate online è cresciuto (+45%), ma meno che nel resto d’Italia (+48%).
 
Anche nel capoluogo della Granda, dove in febbraio la questione era già stata affrontata con un ordine del giorno di Pd e Cuneo Solidale Democratica, l’opposizione alla modifica proposta dalla giunta è ampia e trasversale. Un nuovo ordine del giorno ha visto l’adesione delle stesse due formazioni cui si sono aggiunti i colleghi di maggioranza di Crescere Insieme ma anche diversi gruppi di opposizione, da sinistra e da destra: Cuneo per i Beni Comuni, Cuneo città d’Europa e Lauria. I proponenti denunciano la volontà di “smantellare la legge riportando le lancette dell’orologio indietro di quattro anni e cancellando ogni argine all’eccesso di offerta di gioco”, dichiarando la propria assoluta contrarietà a qualsiasi modifica della legge in tal senso e invitando il presidente Cirio e la giunta a desistere da questo obiettivo.

Notizie interessanti:

Vedi altro