CUNEO - L’ascensore della stazione di Cuneo continua a non funzionare

La riparazione, promessa da Rfi entro Natale, tarda ad arrivare. In municipio si è parlato della ristrutturazione del palazzo: si punta a recuperare alcuni locali

Andrea Cascioli 24/12/2025 18:20

Nessun miracolo di Natale per l’ascensore della stazione ferroviaria di Cuneo, fuori uso ormai da più di due settimane. Un grave disagio per i disabili, le persone che hanno difficoltà motorie o i viaggiatori che portano con sé passeggini e pacchi ingombranti, dal momento che l’elevatore al pianterreno è l’unico a condurre alla galleria principale e ai binari successivi al primo. La questione era stata sollevata prima dell’ultima seduta di Consiglio comunale dal capogruppo di Indipendenti Giancarlo Boselli: “Attraversare i binari, come alcune persone hanno provato a fare, richiede l’autorizzazione del capostazione: i treni più importanti in partenza spesso non sono sul primo binario”. Questo, ha ricordato ancora durante la discussione in apertura, “ha voluto dire per alcune persone in carrozzina sottoporsi a una situazione piuttosto umiliante, che se è accettabile nel giorno in cui si verifica il guasto diventa inaccettabile su periodi più lunghi”. La sindaca Patrizia Manassero si era interessata della questione già la scorsa settimana: “La spiegazione che mi è pervenuta - ha poi riferito ai consiglieri - è che tutto è nato dall’intrappolamento di un cittadino, evento che genera l’obbligo di revisione dell’impianto. È stata richiesta la sostituzione di un pezzo, la riparazione è prevista entro Natale”. Questo è quanto era stato detto da Rfi, la società ferroviaria proprietaria dell’immobile e incaricata delle riparazioni, ma ancora questo pomeriggio l’ascensore riportava l’indicazione “fuori servizio”. Tenuto conto delle festività imminenti e del fine settimana, difficile credere che qualcuno porrà rimedio al disservizio prima della fine di dicembre, almeno. “È già successo più volte e più volte la situazione si è protratta nel tempo, con settimane di chiusura” ricordava nel suo intervento la sindaca, promettendo di seguire con attenzione il tema: “Ho chiesto che sia almeno presente personale alla prima banchina per aiutare chi si trovi in difficoltà con carrozzine e passeggini”. Sempre su input di Boselli, autore di un’interpellanza in merito, nell’aula consiliare si è parlato dei lavori di riqualificazione sullo stabile della ferrovia, vecchio di quasi novant’anni: “Abbiamo appreso che è stato dato un incarico all’impresa sociale Stratosferica, un progetto di prefattibilità per sottoporre a Rfi proposte sull’utilizzo temporaneo, per finalità sociali e culturali, di parte dei locali interni alla stazione. La stazione di Cuneo dovrebbe essere recuperata in modo radicale con una rigenerazione, come è stato fatto in altre città italiane: non si può intervenire pensando solo di riaprire il bar”. Lo stato dell’edificio si sta aggravando, ha evidenziato l’esponente dell’opposizione, chiedendo anche “se sia in itinere un’azione per un intervento antisismico”. “L’edificio ha una grandezza imponente e vede l’attenzione di alcuni progettisti con idee grandiose: quando c’è un’idea nuova è sempre interessante” ha osservato sul punto Ugo Sturlese (Cuneo per i Beni Comuni). Più critico Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia) che ha tirato in ballo anche il contestato nuovo orario ferroviario, dove le due corse tagliate in epoca Covid (il Cuneo-Torino alle 4,19 e il Torino-Cuneo alle 23,35) non sono state reintrodotte: “Per Cuneo nulla è cambiato, mentre guarda caso su Alba ci sono stati dei miglioramenti. Continuiamo ad avere l’ultimo treno della sera per Torino alle 21,25: se si arriva poco dopo quell’ora, tocca passare la notte fuori”. “Quello che non riusciamo a capire - aggiunge il consigliere - è come mai siamo sempre un po’ tagliati fuori. Nella stazione di Ventimiglia, ad esempio, verranno spesi 30 milioni”. Sulla possibile riqualificazione ha risposto l’assessore al Patrimonio Alessandro Spedale: “Era stata data una richiesta di comodato d’uso gratuito di parti della stazione non più funzionali all’uso ferroviario: l’area è quella degli ex uffici della posta al piano rialzato, che si voleva candidare per un bando. Purtroppo poi questa candidatura non è andata a buon fine perché non è arrivata risposta da Rfi”. A marzo scorso, un nuovo incontro con la dirigenza delle ferrovie ha aperto spiragli alla concessione dei locali, purché venga predisposto un piano: “Questa è infatti la prassi che segue Rfi, la concessione del comodato avviene su specifica progettualità”. Di qui l’idea di coinvolgere l’agenzia di “urban knowledge” nel recupero ipotizzato: “Guardare alla rigenerazione vuol dire non guardare soltanto all’immobile ma a chi può dargli un’anima. Non è stata data informazione di questa iniziativa perché il percorso non è ancora iniziato: il coinvolgimento ci sarà sia nel confronto su cosa attivare che sul come”. A completamento dell’analisi, si farà il punto anche sulle eventuali verifiche antisismiche. Troppo poco, obietta Boselli, accusando il Comune di eccessiva arrendevolezza nei confronti di Rfi: “Avete fatto un’azione di ripiegamento rispetto a un progetto complessivo di rigenerazione, siccome è difficile avere a che fare con quell’interlocutore”.