CUNEO - Sono due i ‘Daspo urbani’ emessi finora dal Comune di Cuneo

Il provvedimento consente l’allontanamento da determinate aree dei disturbatori. L’assessore Olivero: ‘Non è una misura indiscriminata contro l’accattonaggio’

Andrea Cascioli 17/12/2019 17:57

 
L’acronimo, utilizzato in modo improprio, è lo stesso che definisce le diffide comminate ai tifosi ritenuti pericolosi: si tratta del cosiddetto ‘Daspo urbano’, ovvero il provvedimento che consente al sindaco - d’accordo col prefetto - di multare o imporre il divieto d’accesso ad alcune aree della città per chi “ponga in essere condotte che limitato la libertà accessibilità e fruizione” di strade e stazioni.
 
La misura è stata introdotta dal ministro dell’Interno Marco Minniti nel 2017 ed ampliata dal suo successore Matteo Salvini, che ha esteso il ‘Daspo urbano’ a presidi sanitari, zone di interesse turistico e “aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati e pubblici spettacoli”. A Cuneo se n’è parlato nell’ultima seduta del Consiglio comunale, in seguito a un’interpellanza del consigliere di opposizione Massimo Garnero che nel maggio dello scorso anno aveva sollecitato un intervento analogo. “Il mio ordine del giorno - ha puntualizzato Garnero - era stato ‘sdegnosamente’ bocciato adducendo il fatto che portava a una pericolosa virata nell’orientamento della politica cittadina, ma con mio grande stupore, e nello stesso tempo con enorme soddisfazione, nell’agosto 2018 il sindaco Borgna, con apposita ordinanza, recepiva il mio Odg contro l’accattonaggio”.
 
A un anno e mezzo di distanza, sono stati due i casi in cui è stata applicata la misura nel territorio comunale: lo ha rivelato l’assessore alla Polizia Municipale Paola Olivero, ricordando a questo proposito che “l’ordinanza voleva essere un elemento utile alle forze dell’ordine: non viene applicato nei confronti di chiunque chieda l’elemosina o venga trovato ubriaco”. L’assessore ha sottolineato che di recente il Comune ha potuto istituire il terzo turno di pattugliamento serale per i vigili, sebbene le risorse siano limitate e l’organico fortemente ridotto. Al momento, infatti, sono in servizio 37 vigili contro i 70 previsti dalla legge regionale che stabilisce un minimo di un operatore ogni 800 abitanti: “Questo significa in concreto togliere agenti dal servizio giornaliero per mandarli in strada la sera. Sarebbe ben diverso se avessimo almeno dieci effettivi in più”.
 
A dare atto alla giunta degli sforzi in tal senso è anche un oppositore inflessibile come Beppe Lauria, per il quale la maggiore attenzione dedicata dalle forze dell’ordine all’area tra corso Giolitti e piazzale della Libertà è “cosa assolutamente meritevole”. Critiche invece dai banchi della minoranza di sinistra: Ugo Sturlese ha ribadito la contrarietà di Cuneo per i Beni Comuni a questi provvedimenti. La sua compagna di gruppo Luciana Toselli, riferendosi nello specifico alla questione degli immigrati irregolari, ha invitato ad “andare alla radice dei problemi”: “Queste persone sono per le strade perché il precedente governo ha chiuso gli Sprar e interrotto il lavoro che si stava facendo sull’integrazione”.

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