CUNEO - Cuneo calcio: Roberto Lamanna torna a parlare e le spara grosse

Oltre alla 'solita' intemerata contro albergatori e imprenditori, dalle colonne di Tuttosport il procuratore genovese attacca il Comune di Cuneo. Eppure...

Samuele Mattio 04/07/2019 12:29

Roberto Lamanna è tornato a parlare e l'eco delle sue parole è ancora una volta destinato a far discutere. Com'è nel suo stile l'azionista di maggioranza del Cuneo Calcio le ha sparate grosse, tirando in ballo più o meno chiunque: dalla Lega Calcio agli albergatori, ma andiamo per ordine. Uno spoiler? È tornato anche sulla questione stadio.
 
Dopo una stagione sulle montagne russe terminata con la retrocessione dalla serie C il Cuneo sta vivendo la sua ennesima estate di passione e l'iscrizione al prossimo campionato di serie D è una chimera. Ieri un gruppo di tifosi ha presidiato l'ingresso dello stadio Paschiero per due ore in attesa di qualche riscontro da parte della proprietà, ma non si è presentato nessuno. Le risposte sono arrivate stamattina, giovedì 4 luglio, su Tuttosport, in un articolo a firma Daniela Milardi, che oltre a collaborare con il noto quotidiano torinese ha una piccolissima quota della società biancorossa. Nelle scorse settimane la corrispondente cuneese era finita nel mirino del presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli che si era preso la briga di prendere carta e penna e scrivere alla redazione di corso Svizzera per bollare come “Inaccettabili nella forma e nel merito” le parole della giornalista in merito alle multe e alle penalizzazioni inflitte all'inadempiente Cuneo, ma torniamo all'argomento del giorno.
 
Dopo mesi di latitanza il procuratore genovese è tornato ad aprire bocca e lo ha fatto nel suo stile, con la consueta spavalderia. “Non ho la possibilità economica per iscrivere il Cuneo al campionato di Serie D” ha lapalissianamente dichiarato. Fin qui nulla di nuovo e di originale, c'è poco anche nel prosieguo con la solita tiritera sui facoltosi imprenditori della provincia di Cuneo che non mettono i soldi e sugli sforzi da lui profusi insieme a Rosso. Inutile dire che solo un folle o un industriale poco accorto assocerebbe il proprio nome a un gruppo dirigenziale di questa portata e che l'unico imprenditore degno di nota che aveva delle quote (tramite una controllata) nel Cuneo è scappato a gambe levate la scorsa primavera
 
Degna di un Isaac Asimov in giornata di grazia la ricostruzione sul fantomatico gruppo di malesi che Lamanna avrebbe rappresentato a inizio anno. I facoltosi asiatici avrebbero “Fatto i propri conti” in quanto il Comune di Cuneo “ha sempre remato contro e non ci ha certo favorito”. Come no. Non c'è bisogno di tornare di molto indietro nel tempo per ricordare della surreale commissione consiliare in cui è stata data l'opportunità al Cuneo di presentare il 'metaprogetto' per lo stadio. Ricordate? Un'idea a dir poco ambiziosa: un impianto dotato di turbine idroelettriche che, prelevando acqua dal fiume Stura si sarebbe autoalimentato e autosostenuto dal punto di vista energetico ed economico. Costo totale? Otto milioni di euro con tanto di auditorium, museo e sistema di riconoscimento della retina agli ingressi. Parla pà.
 
Peccato che la serie di slide illustrata lo scorso mercoledì 9 gennaio a Palazzo Civico contenesse formule che a detta di un docente del Politecnico di Torino andavano contro i principi fondamentali della termodinamica e che, come svelato in un'inchiesta di Cuneodice.it,  ricordavano un vecchio progetto di un impianto rumeno. Giusto per essere sintetici. Nella storia del Comune di Cuneo non era mai accaduto che una società senza credenziali avesse avuto l'opportunità di accedere alla Sala Consiglio con presupposti simili. Eppure la linea di Lamanna è rimasta la stessa: gettare la croce addosso all'amministrazione comunale. Una rivisitazione del sempreverde 'Piove, governo ladro'.
 
Il patron biancorosso ha poi attaccato la Lega (Pro) per una presunta disparità di trattamento, non sostenuta dai fatti, con la Lucchese. “Non avremmo dovuto disputare i playout contro una squadra fallita”. Senti chi parla. Uno che in neppure un anno è riuscito a collezionare penalizzazioni inaudite nel Cuneese e che ha insoluti con decine di aziende del territorio. E finiamola con questa storia degli albergatori che “Non hanno dato una mano”. Provate voi ad andare al ristorante, ordinare una cena pantagruelica e al momento del conto dire che state passando un momento difficile e che per giunta la moglie vi ha prosciugato la carta di credito con lo shopping compulsivo. Nel caso riusciste a convincere l'oste della vostra buona fede fateci sapere il nome del locale e sicuramente prenoteremo per la prossima cena di redazione.
 
Accantoniamo le considerazioni personali per tornare alle parole dell'ex dirigente di Derthona e Alessandria. “Spero che Ghirelli e Gravina si mettano una mano sul cuore e capiscano che alcune penalizzazioni non sono state meritate. Se la Lega ci rende (a che titolo? n.d.r.) quella cifra (i famosi 350 mila euro) allora il Cuneo paga gli ultimi stipendi ai calciatori e s'iscrive di diritto al campionato di serie D”.
 
“E poi c'era anche una marmotta che confezionava la cioccolata” recitava un famoso spot andato in onda fino ai primi anni del Duemila. Potrebbe essere questa la degna conclusione di una ricostruzione che imbarca acqua da tutte le parti. I 350 mila euro di cui parla Lamanna sono l'ammontare della fideiussione che il Cuneo avrebbe dovuto versare come garanzia per l'iscrizione allo scorso campionato di Serie C. Peccato che lo avesse fatto con una società non iscritta all'albo degli operatori finanziari e che non ne abbia mai depositata una valida in sostituzione. La conseguente multa comminata dalla giustizia sportiva (equivalente alla cifra richiesta) non è stata pagata dai biancorossi, ma 'aggiustata' con alcuni crediti vantati nei confronti della Lega. I soldi di cui Lamanna chiede la restituzione non sono mai stati versati se non in minima parte, ma non ci sono dati su questo in quanto Lega ha mancato di trasparenza. Di certo non deve nulla.  
 
Doveroso fare chiarezza in quanto le parole dell'azionista di maggioranza sono state riportate da un quotidiano che ha diffusione nazionale. Il giudizio su questo è però piuttosto netto. La strategia usata dallo scaltro procuratore genovese è oramai chiara: buttare fumo negli occhi negli ultimi giorni che precedono l'iscrizione al campionato di Serie D menando fendenti a destra e a manca e nel frattempo nascondere la polvere sotto il tappeto, nella consapevolezza che, per sua stessa ammissione, le possibilità di iscrizione sono vicine allo zero a meno di un clamoroso intervento economico in extremis di Marco Rosso. Il tempo latita. La 'dead line' per la D è fissata tra una settimana (venerdì 12 luglio) e la sensazione è che, comunque finirà, gli articoli da scrivere sull'argomento saranno ancora parecchi. 


 

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