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    ALBA - Thursday 19 June 2025, 15:20

    Lavoro, gli italiani sognano il posto alla Ferrero

    I dati della ricerca sugli impieghi in Italia di Randstad: meno di metà dei dipendenti si sentono abbastanza retribuiti, solo il 29% lavora almeno in parte da remoto
    Lavoro, gli italiani sognano il posto alla Ferrero
    Ferrero è ancora il datore di lavoro ideale per gli italiani: con il 68,5% di preferenze, l’azienda di Alba è al primo posto nelle preferenze dei lavoratori. Lo dicono i risultati del Randstad Employer Brand Research, l’indagine di Randstad che coinvolge 171.000 intervistati e 6400 aziende in 34 Paesi a livello globale, per cui in Italia sono stati intervistate oltre 7500 persone occupate e non occupate tra i 18 e 64 anni. I campione ha risposto sull’attrattività percepita di 150 aziende potenziali datori di lavoro, attraverso un sondaggio indipendente (nessuna azienda si poteva iscrivere volontariamente per partecipare).
     
    Già premiato più volte in questa speciale classifica - ad esempio nel 2016, nel 2020 e di nuovo nel 2022 - il colosso dolciario ha ricevuto oggi il Randstad Employer Brand 2025. Inoltre, l’ultima edizione dell’indagine ha premiato le dieci realtà che si sono distinte per attrattività all’interno dei rispettivi settori specifici di riferimento: ABB è l’azienda più attrattiva come datore di lavoro nell’elettronica, Automobili Lamborghini nell’automotive, Brembo nella componentistica auto, Chiesi Farmaceutici nel farmaceutico, EssilorLuxottica nell’industria metallurgica, Gruppo Mondadori nei media, IBM nell’ICT, Italo nei trasporti, Leonardo nell’aeronautico e Maugeri nella Sanità.
     
    L’occasione si presta anche a fare il punto sullo stato dell’arte nel mondo del lavoro. Secondo la ricerca condotta dalla multinazionale delle risorse umane, ben quattro lavoratori italiani su dieci hanno cambiato impiego negli ultimi 6 mesi o intendono farlo a breve. In un datore di lavoro i dipendenti ricercano prima di tutto equilibrio tra lavoro e vita privata (in cima alle preferenze e sempre più importante anno dopo anno) e poi atmosfera di lavoro piacevole, retribuzione interessante, sicurezza del posto e diversità e inclusione. Ma, in tempi di alta inflazione, lo stipendio è tutt’altro che secondario: solo meno di metà dei dipendenti italiani si sente adeguatamente retribuita e una remunerazione insufficiente è la prima ragione che spinge a lasciare il posto attuale.
     
    Una retribuzione troppo bassa è la principale motivazione per lasciare il proprio posto attuale (39%), per cui viene prima della volontà di migliorare l’equilibrio lavoro-vita privata (35%) e di crescere professionalmente (25%). La retribuzione troppo bassa è una motivazione forte per lasciare il posto attuale anche per i più giovani, che però pongono quasi il doppio dell'enfasi (14%) sui motivi legati a diversità e inclusione rispetto alle altre generazioni.
     
    Nel 2025, infatti, si amplia la distanza tra le generazioni, con la Generazione Z che esprime preferenze, aspettative e abitudini differenti da tutte le alte: se nella media il 13% degli italiani ha cambiato impiego negli ultimi 6 mesi, i membri della Gen Z lo hanno fatto nel 17% dei casi, un tasso quasi tre volte superiore ai Baby Boomers (6%). Nella ricerca di un nuovo impiego si affida di più a LinkedIn e Google e meno alle reti relazionali. Si sente di appartenere in maggior misura a minoranze (il 34%, rispetto al 23% della media) e sottolinea di più l’importanza della diversità e inclusione nelle organizzazioni.
     
    I settori più attrattivi per gli italiani sono i media, in cui vorrebbe lavorare il 63% degli intervistati, e l’industria aeronautica (61%), seguiti a breve distanza dall’ICT (59%). Poi vengono l’automotive, la componentistica auto, l’elettronico, la logistica-servizi postali, l’industria metallurgica, il farmaceutico e la consulenza. Però, le differenze sono basse: i datori di lavoro competono non solo all’interno del proprio comparto, ma anche con altri settori nell’attrazione dei migliori talenti. Resta il divario con le altre nazioni sulle modalità di lavoro: in Italia meno di un terzo dei lavoratori (29%) lavora almeno in parte da remoto (il 5% solo da remoto, il 24% in parte), contro il 41% della media globale. La maggioranza (50%) lavora solo in ufficio, mentre per il 18% sarebbe impossibile il lavoro da remoto e per 3% sarebbe possibile, ma il datore di lavoro non lo consente.
    Redazione
    luogo ALBA
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    Tag:
    Alba - lavoro - imprese - Classifica - Ferrero
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