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    ALBA - Friday 16 May 2025, 11:38

    Piemonte, la Regione a difesa del tartufo: "Riconosciamo e proteggiamo il suo valore culturale"

    L’assessore alla Tartuficoltura Gallo incontrerà il senatore Bergesio per presentare le proposte di revisione al Ddl in discussione al Senato
    Piemonte, la Regione a difesa del tartufo: "Riconosciamo e proteggiamo il suo valore culturale"
    La Regione Piemonte interviene nel dibattito nazionale sul futuro del tartufo e della tartuficoltura, portando sul tavolo le proprie competenze e l’esperienza maturata in anni di lavoro con il mondo dei cavatori, della ricerca e della promozione. È infatti in discussione in Senato il Disegno di Legge 1412, presentato lo scorso marzo dal senatore Giorgio Bergesio, per aggiornare la normativa nazionale in materia di cerca, raccolta, coltivazione e commercializzazione dei tartufi, armonizzandola alle più recenti direttive europee e superando la legge quadro risalente al 1985. Tra le novità previste, l’introduzione di un Piano nazionale della filiera del tartufo e la possibilità per le Regioni di adottare un proprio Piano regionale, misura che il Piemonte applica già dal 2013. 
     
    A poche settimane dalla presentazione del DDL, l’assessore regionale alla Tartuficoltura, Marco Gallo, ha convocato la Consulta per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno piemontese per un approfondimento tecnico sulla base delle analisi svolte dalla struttura regionale e al Centro Nazionale Studi Tartufo per valutarne le ricadute sul territorio. I lavori si sono svolti tra aprile e maggio e hanno messo in evidenza alcuni elementi critici che, se non corretti, rischiano di compromettere le specificità del modello piemontese.
     
    “Il Piemonte rappresenta un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale nel settore del tartufo – ha dichiarato l’assessore Gallo –. Per questo seguiamo con attenzione l’iter del nuovo disegno di legge nazionale, pronti a collaborare con spirito costruttivo, ma fermi nel tutelare le nostre specificità, a partire dalla tradizione della cerca e cavatura, dal ruolo delle tartufaie naturali e dal corretto adattamento dei calendari di raccolta alle nuove condizioni climatiche. Su questi punti porterò personalmente al senatore Bergesio, in occasione della prossima seduta della Consulta a Torino, le nostre proposte concrete di modifica”. Incontro che avverrà il prossimo 26 maggio, quando il senatore parteciperà alla Consulta per la valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale insieme a tutti i componenti regionali della filiera e sarà occasione per presentare tutte le proposte di revisione al DDL a tutela di un comparto strategico per l’economia, l’ambiente e la cultura del Piemonte
     
    Tra le principali osservazioni della Regione c’è il riconoscimento del valore culturale della cerca e cavatura del tartufo, iscritta nella lista UNESCO del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. La cerca notturna rappresenta infatti una particolarità delle aree tartufigene piemontesi. Tradizione della raccolta, inoltre, che viene trasmessa ai giovani, abilitati alla cerca già a partire dai 14 anni. La richiesta di una particolare attenzione alla tutela e alla pianificazione delle tartufaie naturali e controllate, sia per consentire la libera cerca nelle aree tradizionalmente frequentate (aree non coltivate, singoli filari e alberi), sia per valorizzare al meglio le tartufaie naturali controllate, in cui è fondamentale il ruolo di pianificazione della Regione e di autorizzazione delle Province per valutarne la corretta gestione dal punto di vista forestale, presupposto necessario per il rinnovo delle concessioni.
     
    E poi il tema cruciale del calendario di raccolta e vendita. La Regione si è mossa lanciando un messaggio forte di adeguamento al cambiamento climatico e diventando modello per altre regioni che hanno adottato il 1° ottobre come data di avvio della cerca del tartufo bianco. L’attuale Disegno di legge escluderebbe invece l’applicazione del calendario ai tartufi coltivati, a quelli cavati in tartufaie naturali controllate, e a quelli esteri, e non prevede di coordinare i calendari regionali per il prodotto spontaneo. La preoccupazione, anche evidenziata dal Centro Nazionale Studi Tartufo e dalla Fiera internazionale di Alba, è che tale scelte amplifichino, anziché risolvere, gli elementi di distorsione che erano già stati segnalati al Ministero. Una misura che, secondo l’assessore Gallo, “deve diventare uno standard nazionale se vogliamo coniugare tradizione, sostenibilità e qualità del prodotto”.
    c.s.
    luogo ALBA
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    Tag:
    Alba - Marco Gallo - Piemonte - regione - Tartufo - bergesio
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