A Cuneo il 30 per cento degli under 50 ha una laurea o un diploma di specializzazione

Durante le crisi economiche, le persone con un livello di istruzione più basso risultano maggiormente esposte al rischio di disoccupazione. Lo affermava già nel 2012 l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), sottolineando come il grado di istruzione incida profondamente sulla stabilità individuale e, di conseguenza, sulla capacità di reagire in modo positivo a un’eventuale crisi economica. E l’hanno dimostrato sia la recessione del 2008 che, più recentemente, la crisi legata alla pandemia da Covid-19. Tra il 2019 e il 2020, infatti, il tasso di occupazione è calato in tutte le fasce della popolazione, colpendo in modo più significativo le categorie più fragili: i giovani e le persone con un basso livello di istruzione.

 

Come ha sottolineato la fondazione indipendente Openpolis, nel 2020 il tasso di occupazione delle persone con un’età compresa tra i 30 e i 34 anni che avevano conseguito al massimo il diploma di licenza media era del 52,5 per cento, pari a oltre 3 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente (56 per cento). In questo contesto, investire sull’istruzione significa non solo potenziare il sistema scolastico, ma anche ridurre le disuguaglianze economiche, fornendo alle persone strumenti più solidi per affrontare le crisi future.

 

Guardando alla situazione del Piemonte, le città con la percentuale più alta di residenti tra i 25 e i 49 anni in possesso di un titolo di studio terziario (laurea o corsi post-diploma) sono Pino Torinese (50 per cento), Pecetto Torinese (46,9 per cento), entrambe in provincia di Torino, e Ostana (45,8 per cento), in provincia di Cuneo. E il capoluogo della Granda? Cuneo non figura mai ai vertici delle classifiche. Secondo i dati diffusi da Openpolis, tra i residenti con meno di cinquant’anni il 24,8 per cento possiede al massimo la licenza media. Più contenuta la quota di chi ha completato un percorso di studi terziario: appena il 30,5 per cento, oltre 15 punti percentuali in meno rispetto alla città con la percentuale più alta nella provincia.

 

Se si analizzano le città piemontesi con i numeri più elevati di residenti under 50 con al massimo la terza media, la provincia di Cuneo guida la classifica con Castelmagno, dove quasi il 67 per cento dei residenti ha la terza media. Castelmagno è seguita da Rimella (64,7 per cento), in provincia di Vercelli, e Serole (63,2 per cento), in provincia di Asti. Al quarto posto c’è di nuovo il Cuneese, con Pietraporzio (58,8 per cento). Limitando l’analisi alla sola provincia di Cuneo, i comuni con le percentuali più elevate di residenti under 50 con solo la licenza media sono in genere piccoli centri: dopo Castelmagno e Pietraporzio troviamo Gambasca, Isasca, Battifollo, Elva, Rittana, Argentera e Montezemolo.

 

Per quanto riguarda invece le città con la maggior percentuale di residenti under 50 in possesso di almeno il diploma, guida la classifica Bergolo (91,7 per cento), che si trova verso il confine con la Liguria, seguito da Paroldo (89,1 per cento) e Sale di San Giovanni (87,9 per cento), entrambi situati nella zona di Ceva.