X
X
Cuneodice.it
Home Cronaca Politica Eventi Attualità Sport Cultura Varie Rubriche Ultime Notizie
Tutta la provincia Cuneo e valli Saluzzese Monregalese Saviglianese Fossanese Alba e Langhe Bra e Roero Il Buschese
Login
Cerca ArticoliCase Cuneodefunti Cuneo
Login
Cuneodice.it
QUOTIDIANO ONLINE
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Eventi
  • Attualità
  • Sport
  • Cultura
  • Varie
  • Rubriche
  • Ultime Notizie
  • ABBONATI
    • tutta la provincia
    • Cuneo e valli
    • Saluzzese
    • Monregalese
    • Saviglianese
    • Fossanese
    • Alba e Langhe
    • Bra e Roero
    • defunti Cuneo

    Home \ Attualità \ Cuneo e valliVendita case Cuneo

    CUNEO - Friday 20 June 2025, 12:40

    Acqua pubblica, l’Acda non ci sta: “I soldi per liquidare Egea ci sono, basta sparare su Cogesi”

    In municipio a Cuneo i dati del bilancio 2024. Oggi l’incontro con i privati sulla questione del valore residuo, l’ultimo scoglio prima della pubblicizzazione
    Acqua pubblica, l’Acda non ci sta: “I soldi per liquidare Egea ci sono, basta sparare su Cogesi”
    Egea avrà quello che gli spetta, ma non “tutto e subito”. “I soldi li abbiamo, questo è fondamentale” chiarisce il presidente di Acda Livio Quaranta, audito in commissione dai consiglieri comunali di Cuneo insieme ai vertici della partecipata che gestisce i servizi idrici e alla sindaca.
     
    Mercoledì, fa sapere Quaranta, Cogesi ha affidato l’incarico a una banca per arrivare a chiudere la questione della liquidazione del valore residuo dovuto a Egea Acque. L’ultimo passo verso la ripubblicizzazione dell’acqua, una vicenda che nella Granda incredibilmente si trascina dal 2011 tra ricorsi, resistenze di alcuni settori della politica e tira e molla vari: “Abbiamo dovuto combattere molto anche contro le parole, sono state troppe e a sproposito”. Quaranta adesso vede il traguardo, con ottimismo: “Siamo riusciti a convincere Alba a investire 18 milioni per pubblicizzarsi: era difficile più che pagare Egea”.
     
    Il valore residuo è in sostanza la “buona uscita” con cui Cogesi, il consorzio pubblico di cui sono soci Acda e le altre società di servizi idrici, deve compensare Egea Acque per i beni ceduti e l’ammontare degli investimenti sostenuti negli anni. Una cifra che l’Ato 4, l’ente d’ambito che regola i servizi in provincia, aveva calcolato in 59 milioni a fine 2023 ma che poi ha rivisto al rialzo fino agli attuali 63 milioni, cui si aggiungono altri 6 milioni di conguagli. Soldi che Cogesi non ha e per cui, quindi, deve affidarsi alle banche e ai soci: “Una parte dei soldi li mettono i soci territorialmente coinvolti, un’altra parte li mette Cogesi. Questi soldi ci sono, ma non ‘tutti e subito’ come vorrebbe Egea” spiega il direttore generale di Acda Andrea Ponta. “Anche perché - aggiunge con una stoccata polemica - rispetto a quello che millantano sui giornali circa la ‘buona gestione’ abbiamo qualche dubbio: vediamo se tutto quel che è scritto nel libro dei cespiti corrisponde al vero”.
     
    Entro il 12 luglio l’Ato impone di fornire una risposta, o di comune accordo con Egea o unilateralmente: “Siamo disposti a dare un acconto significativo e nel frattempo ad aprire tutti i tavoli tecnici” spiega ancora il dirigente. Su piatto infatti non c’è solo il valore residuo (“un’operazione contabile” conferma la sindaca), ma anche il futuro dei 60 dipendenti di Egea Acque: bisognerà decidere se il personale verrà ridimensionato, o inglobato per intero in Cogesi. Questioni complesse, da gestire insieme ai sindacati. Nel frattempo, attorno al fine comune si intravede quella compattezza che è mancata in questi anni: “I soci hanno fatto la loro parte e finalmente si è vista una coesione pubblica per raggiungere l’obiettivo”.
     
    Spiegare agli istituti di credito perché si chiedessero prestiti per un’operazione del genere, anziché per investimenti “reali”, non è stato facile. Ciononostante, tre banche hanno manifestato il loro interesse: “Vuol dire che Cogesi ha una forza e una credibilità che va oltre le parole. - conclude Ponta - Ci tengo a precisarlo, perché nessuno parla mai a favore del pubblico. Non si è risposto quasi mai alle provocazioni sui giornali, soprattutto dall’Albese, su una Cogesi ‘decotta’: i fatti mi pare dimostrino qualcosa di diverso”.
     
    Oggi, venerdì 20, c’è un secondo incontro con Egea nell’ambito del tavolo di confronto: “I presupposti per chiudere bene, seppure con tanto e complesso lavoro, ci sono” dice fiduciosa la sindaca Patrizia Manassero. Rivendicando l’unità d’intenti delle amministrazioni cuneesi sul tema: “Dopo il referendum siamo partiti da un’azienda pubblica che era un unicum a livello provinciale, convincere tutti gli altri che il ‘modello Acda’ andava portato avanti non è stato facile”.
     
     
    Contro l’acqua torbida serve un nuovo filtro (ma costa 21 milioni)
     
    Chiuso il lungo intermezzo su Cogesi ed Egea, resta da dire di quel che interessa Acda sul piano pratico. I numeri li fornisce il direttore tecnico Fabio Monaco, ricordando che l’azienda ha investito 3,2 milioni in interventi sulla sola città di Cuneo, al netto di servizi e altre attività.
     
    Sono terminati da poco una serie di lavori che riguardavano sia asfaltature che risanamenti di reti fognarie attraverso la tecnologia “no dig” (senza scavo). Nell’ultimo anno sono state 130 le riparazioni di perdite, 370 gli interventi su fognature e depuratore. Sull’acquedotto sono stati sostituiti circa 500 metri di condotta, mentre programmato un ulteriore risanamento di circa 1 km per le condotte fognarie, con una spesa prevista superiore agli 800mila euro. È pronto anche il progetto esecutivo per una manutenzione straordinaria delle vasche del depuratore: l’importo è di poco inferiore ai 2 milioni.
     
    La questione più spinosa riguarda l’intorbidimento delle sorgenti del Bandito, oggetto di una precedente commissione e di un successivo sopralluogo. La bomba d’acqua dell’8 agosto scorso, oltre ad aver reso non potabile per interi giorni l’acqua del rubinetto in vari comuni, ha buttato all’aria il vecchio progetto che l’Acda aveva elaborato, nel 2023, per la realizzazione di un nuovo serbatoio di accumulo, con un impianto di filtrazione a sabbia. Il tutto sarebbe costato 14,9 milioni, ma è ormai un’idea obsoleta: “Era necessario rivedere il filtro con un’ultrafiltrazione a membrana, nettamente più costosa” spiega Monaco. Dai 14,9 milioni si sale quindi a una spesa quantificata in 21,7 milioni, con la speranza che il ministero dia luce verde.
     
    Proseguono intanto i lavori del Pnrr, con l’adeguamento di tutto il sistema cartografico aziendale, il water management system (per raccogliere tutte le informazioni sulle reti ed effettuare bilanci idrici) e il digital twin (una piattaforma che permette il monitoraggio continuo costante dei singoli distretti). In questi giorni è in corso l’annunciata sostituzione di diecimila vecchi contatori meccanici con i nuovi contatori “smart”: “Non avremo più i letturisti che passano a leggerli, ma ci sarà una piattaforma con la trasmissione del dato in modo istantaneo. Riusciremo così a capire dove possano esserci criticità che in questo momento, magari, scopriamo chissà quanti mesi dopo”.
     
     
    I conti restano in salute, malgrado interessi e bollette energetiche
     
    “Dal bilancio emerge la salute dell’azienda pubblica più grande della provincia” dice orgoglioso il suo presidente, ricordando che “oltre ai 12 milioni di lavori che facciamo annualmente, stiamo gestendo per conto di tutti i soci 37,5 milioni di interventi sul Pnrr che devono essere conclusi l’anno prossimo”.
     
    Nel bilancio 2024 il valore di produzione raggiunge i 43 milioni, a fronte di costi per 36 milioni e 662mila: gli interessi sui mutui sono saliti da 553mila euro nel 2022 agli attuali 1 milione e 713mila, ciononostante la posizione debitoria verso le banche è migliorata, dai 43,2 milioni del 2023 ai 40,9 milioni attuali. Anche il patrimonio netto è salito: “Possiamo esserne orgogliosi, anche se il dato non vale niente. A meno che non si decida di vendere la società” scherza Quaranta.
     
    La massa di costi principali è rappresentata dai servizi: il canal jet (pulizia delle fosse biologiche, costa quasi 1 milione), lo smaltimento dei fanghi (costa 533mila, molto meno rispetto alla media grazie a un accordo con un’azienda di Alba che lo utilizza come compost) e il costo dell’energia che resta altissimo (3,9 milioni). Nel corso dell’anno, gli incaricati hanno effettuato 13mila controlli in laboratorio, 23.700 interventi su acquedotti, 3.200 controlli su fognature e 6.100 controlli sulla depurazione.
    Andrea Cascioli
    luogo CUNEO
     Condividi
    Tag:
    cuneo - bilancio - ACDA - acqua - Consiglio comunale - Comune - Egea - Cogesi - Andrea Ponta - Livio Quaranta - Fabio Monaco
    commenti
    Effettua il login per commentare
    notizie interessanti
    Menu
    • Home
    • Cronaca
    • Politica
    • Eventi
    • Attualità
    • Sport
    • Curiosità
    • Cultura
    • Varie
    • Rubriche
    • Altro
    Redazione

    [email protected]
    Maggiori informazioni...

    Cerchiamo collaboratori!
    Scrivici e dai voce alla tua passione

    Territori
    • Cuneo e valli
    • Saluzzese
    • Monregalese
    • Saviglianese
    • Fossanese
    • Alba e Langhe
    • Bra e Roero
    • Il Buschese
    Edizioni
    • italia
    • torino
    • genova
    Cuneodice.it Applicazione per smartphone Android
    Cuneodice.it Applicazione per iPhone e iOS
    Feed RSS

    Privacy Policy - P.IVA 03978350043 powered by Publidok S.r.l.

    Questo sito utilizza cookie tecnici e di terze parti. Continuando a navigare ne accetti l'utilizzo. Leggi di più
    OK