Agroindustria, materie prime ed energia in cima alle preoccupazioni
L’indagine su oltre trecento imprese piemontesi iscritte a Confindustria: quasi 9 su 10 esportano. Circa il 30% delle aziende temono i cambiamenti climaticiSi è svolto oggi, mercoledì 9 luglio, l’incontro “L’agroindustria piemontese tra nuovi mercati, competitività e resilienza: evidenze per guidare il futuro” presso la sede di Confindustria Cuneo nel corso del quale è stata presentata un’indagine promossa dalla Commissione Agroalimentare di Confindustria Piemonte in collaborazione con il Research Department di Intesa Sanpaolo.
L’indagine svolta tra maggio e giugno, rivolta alle oltre trecento imprese piemontesi del settore agroindustria iscritte a Confindustria, e presentata da Romina Galleri, economista del Research Department di Intesa Sanpaolo, ha visto il coinvolgimento di imprese che complessivamente occupano 2.800 addetti.
Nell’attuale complesso contesto, a preoccupare quasi i due terzi di queste imprese è il costo delle materie prime e dell’energia, seguito dal peggioramento della domanda interna; più di un terzo teme invece i dazi, e circa il 30% sono quelle preoccupate dai cambiamenti climatici. Tra le imprese intervistate, quasi 9 su 10 esportano. Il 35% delle imprese medio-grandi realizza oltre il 50% del suo fatturato fuori Italia, mentre i due terzi delle micro-piccole realizza meno del 10% del fatturato all’estero.
Per fare ancora meglio nei processi di internazionalizzazione le imprese indicano la partecipazione a fiere, puntando anche al supporto di Sace e Ice; la qualità dei prodotti Made in Italy è un fattore di ulteriore sostegno. D’altra parte, le imprese sono frenate dall’instabilità geopolitica, dalle condizioni fiscali/burocratiche e dai costi di trasporto. Le strategie variano a seconda delle dimensioni: diversificazione dei mercati di sbocco e innovazione tecnologica più indicate dalle imprese medie-grandi; diversificazione dei prodotti e investimenti in capitale umano/competenze più indicati dalle micro-piccole. Alta l’attenzione per le tematiche ambientali, per la digitalizzazione e per l’utilizzo di tecnologie 4.0, favorite anche dall’ingresso di giovani nelle posizioni apicali.
Ad aprire il momento di approfondimento svoltosi a Cuneo sono stati i saluti di Pier Giorgio Mollea della Sezione Agroalimentare di Confindustria Cuneo: “I dati dell'indagine confermano quanto il settore agroindustriale sia strategico per l’economia piemontese e, in particolare, per il Cuneese. La qualità, in cui Cuneo è la prima provincia per impatto economico, con un valore di oltre 970 milioni di euro legato alle produzioni certificate, insieme alla diversificazione e alla capacità di presidiare i mercati esteri, rappresenta una leva fondamentale per la competitività. Le imprese chiedono però sostegno concreto per affrontare costi energetici, dazi, carenza di competenze e incertezze normative. Come Confindustria Cuneo vogliamo continuare a essere un punto di riferimento per accompagnare le aziende in questo percorso, mettendo a disposizione strumenti, visione e relazioni”.

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